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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 17:02.
La caldera dei Campi Flegrei è "uno dei vulcani più pericolosi del mondo", è più grande e più potente del Vesuvio e minaccia non solo Napoli ma l'intero pianeta. È quanto dice a Newsweek Giuseppe De Natale, responsabile della ricerca all'Osservatorio Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il magazine americano dedica al pericolo un ampio reportage dall'inquietante titolo "Risvegliando l'Ade".
Che fare? L'interrogativo più urgente è se gli scienziati debbano sondare l'area. Un consorzio internazionale guidato da De Natale deve trivellare il sottosuolo per scoprire quanto imminente sia la minaccia. "Temendo una catastrofe globale- scrive Newsweek - il sindaco di Napoli potrebbe fermare l'esplorazione del potente vulcano che sta sotto la città. Ma alcuni scienziati dicono che l'inazione potrebbe essere più rischiosa".
L'articolo di Barbie Nadeau è in evidenza sulla homepage del sito internet di Newsweek, con molte foto e un video che mostra la Solfatara e le case di Pozzuoli danneggiate dai movimenti tellurici.
Gli antichi hanno sempre saputo che i Campi Flegrei sono a rischio vulcanico. I romani pensavano che qui si trovasse l'ingresso degli Inferi. Ora parla più la scienza del mito. Newsweek fa notare che il suolo sotto i villaggi di pescatori della zona è in lento, costante movimento a causa dell'attività vulcanica. "A Pozzuoli, i muri dei villaggi di terracotta stanno crollando". La terra si è alzata e abbassata più di tre metri nell'ultimo decennio, "distruggendo strade, un ospedale e migliaia di case". Il reportage indubbiamente tocca le corde sensibili degli americani quando scrive che i Campi Flegrei, "che si estendono sotto il golfo delle isole di Capri e Ischia", rappresentano una minaccia ben più grande del "leggendario Vesuvio" per Napoli e i suoi 4 milioni di abitanti.
Per De Natale, la caldera dei Campi Flegrei è un "supervulcano" con un potenziale eruttivo in grado di avere un impatto sull'intero pianeta. Al confronto, l'eruzione della scorsa primavera del vulcano islandese di Eyjafjallajökull è "relativamente modesta". L'ultima eruzione ai Campi Flegrei risale al 1538, uccise decine di persone e creò il Monte Nuovo. "Se ci fosse un'eruzione – dice De Natale a Newsweek - sarebbe una completa catastrofe su scala globale, con milioni di morti, forti cambiamenti climatici, forse una piccola era glaciale, e la contaminazione di centinaia di migliaia di km quadrati di terre europee per secoli".