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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2010 alle ore 08:48.

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Saviano: bugie sui compensi (Ansa)Saviano: bugie sui compensi (Ansa)

ROMA - «Fesserie, bugie, menzogne». Sono quelle che secondo Roberto Saviano sono state dette e scritte sul suo compenso e su quello degli altri ospiti che dovrebbero partecipare alla trasmissione "Vieni via con me" di Fabio Fazio, in programma su Rai tre a partire dall'8 novembre.
Intervistato a Berlino da Sandro Ruotolo per "Annozero" di Michele Santoro – che è stata aperta da alcuni spezzoni di Marco Travaglio e Daniele Luttazzi a "Rai per una notte" del 25 marzo scorso – Roberto Saviano ha spiegato: «Tutti questi ospiti (Roberto Benigni, Antonio Albanese e Paolo Rossi, ndr) mi hanno chiamato personalmente per dire: se ci sono problemi veniamo gratis.

Ma è ingiusto – ha aggiunto – perché già la prima volta hanno chiesto cachet sotto la media di mercato». Senza contare, ha fatto presente l'autore di "Gomorra", che così si fa anche «un favore alla concorrenza: la Rai è l'unica azienda che lavora contro se stessa». Saviano ha poi citato un episodio che ha visto protagonista il direttore d'orchestra Claudio Abbado. Al quale si pensava di non pagare l'alloggio. Finché, ha evidenziato, non «ho ricevuto una telefonata di Benigni che mi ha detto: "Non ti preoccupare. Vado io a prendere Claudio Abbado in bicicletta alla stazione..."».
Sugli ostacoli sollevati dal direttore generale di viale Mazzini Mauro Masi, che rendono ancora incerta la messa in onda del programma (anche se il capostruttura della terza rete a Milano, Loris Mazzetti ha spiegato che la situazione si sta sbloccando, ndr), lo scrittore napoletano ha detto che non si può parlare di vera è propria censura perché «L'Italia resta un paese democratico, non è la Cuba di Castro, il Venezuela di Chavez, non ci arrestano: abbassano i decibel del volume». E non è mancato un appunto sul dg Rai: «ci hanno chiesto la scaletta: è giusto, è il mio editore. Ma da quando abbiamo consegnato la scaletta, tutto è cambiato». Una ricostruzione che la direzione generale Rai ha definito in serata priva di fondamento: «non esistono e non sono mai esistite difficoltà amministrative relative al programma 'Vieni via con me».

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