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Prestiti e incentivi agli small business

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 06:37.


NEW YORK
Quarantadue miliardi di dollari per rilanciare gli investimenti nelle piccole e piccolissime aziende e stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro. È questa, a ridosso delle elezioni politiche di metà mandato, la scommessa del presidente Obama per rilanciare la ripresa economica, con particolare attenzione al fronte occupazionale.
Lo small business bill, frutto di mesi di duri scontri al Congresso, interviene su due fronti: prestiti e incentivi fiscali. Alcune delle misure avranno effetto immediato, come la creazione di un fondo da 30 miliardi di dollari per garantire i prestiti di piccole banche locali agli imprenditori. La legge, di fatto, estende i programmi della Small Business Administration, la divisione del ministero del Tesoro preposta a seguire le piccole aziende, consentendo alle banche di concedere prestiti considerati finora troppo rischiosi. Il tetto massimo per i prestiti è salito da 2 a 5 milioni di dollari, e la garanzia del fondo è del 90 per cento.
È cresciuto anche il limite dei "microcrediti", che passa da 35mila a 50mila dollari ed è stato istituito un livello "intermedio" per prestiti fino a 200mila dollari. Facilitati saranno anche i prestiti, fino a 5,5 milioni di dollari, a tasso fisso e per un periodo molto lungo, per l'acquisto di nuovi macchinari e dei prestiti "express", fino a un milione di dollari, con una durata di dodici mesi.
La legge prevede inoltre sgravi fiscali per la piccola impresa per 12 miliardi di dollari e anche in questo caso il provvedimento ha valenza immediata.
L'obiettivo di Obama è lo sviluppo: una piccola azienda che decida d'investire in nuovi macchinari, potrà dedurre fino a 500mila dollari della spesa. Ma oltre all'aggiornamento tecnologico, le piccole imprese saranno premiate anche per le idee innovative: c'è un'ulteriore deduzione di 10mila dollari per i costi di avviamento di una start up.
Fino alla crisi economica iniziata nel 2008 i piccoli imprenditori finanziavano le start up usando soprattutto le carte di credito oppure ottenendo un prestito con un immobile in garanzia, chiedendo prestiti ad amici o familiari e, in qualche caso, alla Small Business Administration. La crisi economica ha reso queste quattro vie sostanzialmente impraticabili.

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Tags Correlati: Administration | Apon Industries Corporation | Bob Filner | Credito alle imprese | Jennifer Granholm | Ministero del Tesoro | Small | Stati Uniti d'America | Tim Geithner

 

I primi effetti della legge sono già visibili. Nella prima settimana di attuazione sono state sbloccate circa 2mila richieste di prestiti, già avviate ma ferme in attesa di una risposta dalle banche; l'investimento complessivo è di un miliardo di dollari. Migliaia di altre richieste di finanziamenti garantiti saranno accolte nelle prossime settimane.
Un esempio? Guardiamo al Michigan, in particolare alla zona di Detroit, dove la disoccupazione è quasi il doppio della media nazionale. Per alcune imprese che producono parti meccaniche, insieme alla perdita di commesse per l'industria dell'auto in crisi si è fermato anche l'accesso ai capitali per lo sviluppo. La nuova legge permette ora di ottenere prestiti per diversificare la produzione in nuovi settori: il rischio d'impresa, che non poteva essere assunto dalle banche, è garantito dal fondo federale. Secondo la governatrice democratica dello Stato, Jennifer Granholm, l'accesso a nuovi capitali per le piccole imprese in Michigan è sestuplicato.
Gli stati, alle prese con gravi crisi di bilancio, non sono da tempo in grado di finanziare programmi a sostegno delle piccole imprese. Con la nuova legge, che trasferisce 1,5 miliardi ai governi statali, il volàno riparte. Il segretario del Tesoro, Tim Geithner, sottolinea l'importanza di far arrivare i fondi a livello locale.
Sono passati pochi giorni, ma gli effetti si cominciano a vedere in tutta l'America. Nel sud della California, tre aziende – la Apon Industries Corporation di San Diego, che produce materiali plastici, e due aziende di Chula Vista – hanno ottenuto prestiti per quattro milioni di dollari. E gli investimenti, a sentire il deputato del distretto, il democratico Bob Filner, dovrebbero tradursi nelle prime nuove assunzioni in tempi brevi. L'unico problema? I potenziali 500mila nuovi posti di lavoro non risolveranno il problema della disoccupazione in America, che di nuovi occupati dovrebbe produrne 5 milioni in tre anni. Ma certo è un buon avvio, soprattutto per le piccole imprese che rischiavano la chiusura.
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