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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2010 alle ore 06:37.
Gli stati dell'eurozona chiudono ottobre con i programmi di raccolta a medio-lungo termine per il 2010 già ultimati, come nel caso di Grecia, Belgio e Irlanda, o molto vicini al traguardo, avendo collocato, il 90% circa degli importi attesi come in Italia. E questa non può che essere una buona notizia per gli investitori che a loro volta stanno anticipando la chiusura delle posizioni di quest'annata che passerà alla storia per «la crisi del debito sovrano europeo»: prosciugati già ora i volumi su primario e secondario.
Questa settimana, tuttavia, è intensa per il Tesoro che collocherà fino a 20,25 miliardi di euro su una vasta gamma di scadenze: a cominciare dalla maxi-asta di BoT semestrali da 9 miliardi oggi contro i 9,5 in scadenza.
Il Belgio ieri, con tre aste per 2,7 miliardi, ha chiuso il 2010 e ha iniziato la raccolta per il prossimo anno: ma ha registrato rendimenti al rialzo rispetto all'emissione precedente. I tassi in effetti di recente sono risaliti dai minimi storici. I titoli di stato tedeschi hanno registrato flussi in uscita, con prezzi in calo e rendimenti in aumento, comprimendo così anche il differenziale con i BTp che sono rimasti stabili.
Lo spread tra Italia e Germania si è stretto fino a tornare in area 132 centesimi. La Deutsche bank ha monitorato «notevoli flussi» in entrata sui BTp con scadenze fino a 10 anni, sia di real money, cioè investitori istituzionali come i fondi, sia di fast money per parcheggio di liquidità. Ma resta da vedere fino a che punto questi acquisti siano stati aiutati dall'apprezzamento dell'euro contro dollaro: la volatilità estrema dei cambi e la guerra sulle valute sono fenomeni che non necessariamente consolideranno una posizione duratura della moneta unica europea come divisa forte. «I fondi esteri hanno tendenzialmente aumentato le posizioni in BTp perchè sono ottimisti sull'Italia, considerato in uno scenario di largo consenso il paese migliore tra i periferici - ha commentato Luca Cazzulani, strategist di Unicredit -. Diversa invece è strategia più opportunistica di chi parcheggia la liquidità e punta sull'apprezzamento dell'euro contro dollaro: in quel caso, gli acquisti tendono a privilegiare i paesi "core" con massimo rating AAA».