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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2010 alle ore 16:08.
«La Chiesa riconosce ad ogni uomo il diritto di emigrare, nel duplice aspetto di possibilità di uscire dal proprio paese e possibilità di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di vita». Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata dei migranti, ricordando però che, a loro volta, «gli stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e difendere le frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana» e che gli immigrati stessi «hanno il dovere di integrarsi nel paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l'identità nazionale». Il pontefice sottolinea comunque la necessità dell'accoglienza dei rifugiati, molti dei quali «sono spinti a partire da diverse forme di persecuzione, cosicchè la fuga diventa necessaria». Presentando il documento, mons. Gabriele Ferdinando Bentoglio, sotto-segretario del Pontificio consiglio per la Pastorale dei migranti e degli itineranti, ha denunciato in proposito che «l'atteggiamento attuale di molti paesi sembra contraddire gli accordi sottoscritti, manifestando talvolta comportamenti dettati dalla paura dello straniero e, non di rado, anche da mascherata discriminazione».