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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 15:54.
Il generale dei carabinieri Mario Mori è indagato dalla procura palermitana per concorso esterno in associazione mafiosa. L'inchiesta è quella sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, collocata tra gli attentati che costarono la vita ai magistrati Falcone e Borsellino e le bombe di Firenze, Milano e Roma della primavera 93. La conferma all'agenzia Ansa è arrivata da ambienti investigativi. Il prefetto Mori è indagato insieme a Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, tra i protagonisti della presunta trattativa. Anche il figlio del politico corleonese è indagato per concorso in associazione mafiosa.
Sotto inchiesta anche i boss Totò Riina, Antonino Cinà e Bernardo Provenzano che rispondono del reato di attentato a corpo politico dello Stato. Stessa accusa per l'ex braccio destro di Mori, l'ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno. Le nuove accuse al generale Mori, già sotto processo per favoreggiamento aggravato alla mafia, porterà una modifica del capo d'imputazione nel dibattimento in corso. Si aggrava, dunque, la posizione dell«alto ufficiale.