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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 06:37.
ROMA
Non è vero che l'Italia non possa tornare a crescere a ritmi sostenuti. «Non sono d'accordo con l'analisi di molti economisti». Emma Marcegaglia si dissocia dalle valutazioni troppo pessimistiche sul futuro del nostro paese. Ma ciò può accadere a determinate condizioni: «La tecnologia e la tecnica sono il motore dello sviluppo, possono creare occupazione e far superare le inefficienze dell'Italia», ha detto parlando alla Mostra d'Oltremare di Napoli, concludendo la Giornata Orientagiovani, di fronte ad una platea di ragazzi delle scuole medie che dovranno decidere, nei prossimi mesi, quale indirizzo formativo prendere.
Solo che non basta, in questa fase politica così difficile. E la presidente di Confindustria lo mette in evidenza, prima di salire sul palco: «Il paese non può permettersi una crisi, non può permettersi di andare a elezioni anticipate, né una campagna elettorale in una situazione disastrosa come questa». Lanciando un messaggio a chi siede in Parlamento: «Approfitto per richiamare di nuovo il paese e la politica ad occuparsi dei problemi veri, che poniamo noi, che pone Marchionne e che pongono i sindacati: la disoccupazione e la crescita».
Temi di cui ha parlato nei giorni scorsi a Palazzo Grazioli, con il presidente di Consiglio, Silvio Berlusconi: «Ci siamo confrontati sulle riforme, fisco, innovazione, Mezzogiorno, abbiamo parlato delle priorità da portare avanti». Ed oggi, al tavolo del patto sociale tra le parti, potrebbero arrivare già alcuni risultati, ha anticipato la Marcegaglia, su ricerca e innovazione, ammortizzatori sociali e Sud (si veda l'articolo a pagina 27).
È nel Mezzogiorno, e quindi anche in Campania e a Napoli, che i problemi dell'Italia sono amplificati e particolarmente drammatici. «Si parla di Napoli come capitale dei rifiuti e della camorra, ma bisogna guardare oltre quest'immagine: Napoli è una grande capitale», ha sottolineato la Marcegaglia, aggiungendo che «sui rifiuti c'è stato un immobilismo totale, va messa subito in piedi la strumentazione». Ed ha anche citato alcune date che provano il ruolo importante che Napoli ha avuto: nel 1833 proprio da Napoli è salpata la prima nave da crociera italiana, la Francesco I, nel 1839 è partita la prima ferrovia e a Napoli è nata la prima impresa metalmeccanica, «quando Fiat o Ansaldo non esistevano».