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Finanza e Mercati In primo piano

Banche italiane sotto esame

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 06:36.

Le previsioni per il sistema bancario italiano dell'agenzia di rating Moody's restano negative. «Oltre alla scarsa redditività, le previsioni sono influenzate dai bassi livelli di capitale e riserve delle banche italiane, insufficienti a far fronte ai crescenti problemi connessi alla qualità degli attivi», è il commento di Carlo Gori, vice president di Moody's, che ha curato il rapporto basato sulle prime 50 banche domestiche (che rappresentano il 70% del totale). Il nodo principale è quello della crescita economica del sistema Paese, che secondo Moody's «per i prossimi due-tre anni sarà estremamente modesta».

Con la conseguenza che già «a breve termine la qualità degli attivi» potrà subire «un ulteriore deterioramento». Nel 2009 il costo del credito (ovvero il peso degli accantonamenti e rettifiche) è stato di 21 miliardi di euro, pari a 114 punti base, con un aumento del 48% rispetto all'anno precedente. Nel primo semestre del 2010 il costo del credito è migliorato, scendendo a 85 punti base, ma a giudizio di Moody's «è destinato a rimanere elevato nei prossimi trimestri, per il flusso di nuovi non-performing loans». A comprimere la redditività inoltre, oltre al perdurare dei bassi tassi d'interesse, peserà anche «il maggior costo del funding nel 2011». Funding necessario per rimborsare le numerose obbligazioni in scadenza nel 2011, cui tuttavia il sistema è in grado di fare fronte «senza problemi di liquidità, semmai solo di spread».

Sul versante del capitale delle banche italiane, giudicato da Moody's più basso rispetto a quello della media europea, nello scenario-base dell'economia è considerato sufficiente ad assorbire le perdite attese. Ma in caso «di shock imprevisti, come una nuova significativa recessione, avrebbero bisogno di capitale addizionale». Secondo Moody's, tuttavia, «in caso di emergenza gli istituti del Paese beneficerebbero della disponibilità e della capacità del Governo di giungere in loro soccorso. In previsione di tale sostegno sistemico, l'outlook su molti rating sui depositi e i titoli di debito delle banche italiane è stabile».

In ogni caso in vista di Basilea 3, gli istituti italiani dovranno rafforzare il patrimonio. «Le banche italiane hanno un più basso indice Tier 1 delle altre banche europee e perciò avranno bisogno di capitale addizionale», scrive Moody's, pur rilevando che l'impatto delle nuove regole verrà limitato da alcuni fattori come la bassa esposizione all'investment banking e una liquidità solida.

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Tags Correlati: Abi | Banca d'Italia | Banca Mps | Basilea | Carlo Gori | Corrado Passera | Credito alle imprese | Giuseppe Mussari | Intesa Sanpaolo | Ministero del Tesoro | Moody's

 

Un quadro poco confortante che ha suscitato le immediate reazioni dei principali banchieri italiani. «Non credo che il sistema bancario italiano sia in difficoltà: credo che le banche italiane siano oggettivamente passate attraverso la crisi molto meglio di altre», ha commentato l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera. «Alcune banche italiane, molte e sicuramente noi tra queste – ha aggiunto Passera – hanno deciso di essere banche dell'economia reale, molto solide e ripeto non solo in termini patrimoniali ma anche di liquidità e indebitamento». Dello stesso tenore, la riposta a Moody's di Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi e di Banca Mps.

«Senza arroganza e senza iattanza constatiamo che le banche italiane sono entrate e uscite dalla crisi meglio di altre, noi non abbiamo pubblicizzato le perdite e siamo orgogliosi del nostro modo di fare banca». Aggiungendo che «la qualità e la dimensione dei nostri attivi è sicuramente invidiabile in Europa e nel mondo e questo può bastare». Quanto a Basilea 3, Mussari ha spiegato che «l'Abi sta lavorando con Tesoro e Banca d'Italia per trovare una soluzione al problema delle imposte differite». Un problema tutto italiano che, come sottolineato anche nel rapporto di Moody's, rischia di penalizzare il settore con le nuove regole di Basilea 3.

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