Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 11:41.
Lei in tailleur giallo, lui in grisaglia d'ordinanza. Davanti a 40 milioni di spettatori Dilma Rousseff (63 anni) e Josè Serra, (68 anni) si sono scontrati in tv, per l'ultima volta, prima del ballottaggio di domenica. Tra due giorni il Brasile sceglierà il nuovo presidente, il successore di Luiz Inacio da Silva, detto Lula. Un'eredità pesante, dato che Lula esce di scena con l'82% di consensi e lascia un Paese che ha inanellato un record dopo l'altro. Aborto ed ecologia sono i due temi che hanno inasprito la corsa alla presidenza e consentito a Serra di guadagnare posizioni.
I sondaggi prevedono comunque una vittoria di Rousseff, per tutti Dilma da sempre attivista del Pt (Partito dei lavoratori), anche se l'avversario Serra del Psdb (Partito socialdemocratico) ha recuperato molti punti dallo scorso tre ottobre. Nel primo turno Dilma ha incassato il 46,7% dei consensi e Serra il 32,6%. I due contendenti si disputano i voti di Marina Silva, l'ambientalista che al primo turno ha ottenuto quasi il 20% dei voti.
A dominare le ultime battute della lunga campagna elettorale è stato il tema dell'aborto. Il ruolo delle chiese evangeliche, decisamente contrarie, si è rivelato importante. Per questo Dilma ha glissato finchè ha potuto, sulla sua intenzione di legalizzare l'interruzione di gravidanza. Il partito anti-aborto, trasversale nella politica brasiliana, ha finora evitato la legalizzazione anche se ogni anno un milione di donne brasiliane sceglie l'interruzione volontaria della gravidanza. Il tema ha imbarazzato anche Serra, il candidato socialdemocratico che per ragioni di opportunità si è schierato contro l'aborto ma che durante il suo mandato di ministro della Sanità, tra il 1998 e il 2002, con il governo di Fernando Henrique Cardoso, ha compiuto dei passi in direzione contraria, approvando la pillola del giorno dopo e l'aborto in caso di violenza. "Interessante osservare – spiega la politologa Juliana Peixoto, di Flacso, come un grande Paese latinoamericano, non noto per la liberalità dei suoi costumi sessuali, sia rigidamente antiabortista".
L'altro tema chiave è quello ecologico, che ha consentito a Marina Silva di portare a casa il doppio dei voti previsti dai sondaggi. Con il suo 20% di voti ottenuto al primo turno, Silva ha levato proteste contro la distruzione dell'Amazzonia, ma non ha dato indicazioni di voto, ha lasciato che i brasiliani decidessero secondo coscienza. Marina, analfabeta fino a 16 anni, impara a leggere e scrivere in un convento, poi diventa sindacalista, seguace degli ambientalisti di Chico Mendes, e infine professoressa di storia. Domenica sapremo chi, tra Dilma Rousseff e Jose' Serra, si sarà aggiudicato i voti di Marina Silva.