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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 06:39.
ROMA
Silvio Berlusconi oggi sarà ad Acerra. Il premier vuole spazzar via l'immagine di un governo concentrato esclusivamente sui problemi della giustizia. «Il Lodo Alfano non è l'ombelico del mondo», ammoniva ieri il ministro Roberto Maroni, manifestando il nervosismo della Lega. Il rischio «logoramento», più volte paventato da Bossi, è tutt'altro che scongiurato e l'ipotesi di un governo tecnico resta un «pericolo reale» vanno ripetendo in molti. «Se Bossi e Berlusconi decidono di fare l'autoribaltone non ci faremo trovare impreparati», ha avvertito Pierferdinando Casini, che si dice comunque pronto in caso di elezioni a dar vita al terzo polo assieme a Fini e Rutelli, mettendo da parte le «questioni personali». In altre parole, è pronto a rinunciare ad essere il candidato premier.
Segnali che confermano la difficoltà della maggioranza che deve fronteggiare anche il malessere dentro al Pdl. I finiani annunciano nuovi arrivi per la prossima settimana, alla vigilia della convention di Fli a Perugia suscitando la reazione dei berlusconiani per questa esplicita «campagna acquisti». I nomi che circolano sono sempre gli stessi: il piemontese Roberto Rosso, il toscano Alessio Bonciani, l'abruzzese Daniele Toto e, nonostante abbia smentito, l'emiliano Giancarlo Mazzuca. Per ora si tratta di deputati, ma non è escluso l'arrivo anche di uno o più senatori tra cui il ligure Enrico Musso. Tutti ex Fi. E anche questo è un segnale, al quale si somma l'annuncio del sottosegretario siciliano Gianfranco Miccichè della nascita di Forza Sud, per rispondere allo «sfascio del Pdl non solo in Sicilia ma a livello nazionale». Berlusconi ieri ha chiamato Denis Verdini e i capigruppo di Camera e Senato per cercare di compattare il partito. «Ascoltate i delusi per dissuaderli dal lasciare il Pdl, dovete trovare delle formule giuste, non voglio più malumori. Occorre che parliate con chi è scontento», è stato il messaggio del presidente del Consiglio preoccupato per i movimenti dei suoi sia a Montecitorio che a palazzo Madama. Per evitare ulteriori partenze, il Cavaliere ha chiesto di offrire garanzie concrete ai malpancisti che non vedono favorevolmente le nuove regole per l'elezione dei coordinatori locali decise dall'ufficio di presidenza.
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