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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2010 alle ore 09:46.
Il Pirellone ci ripensa, e fa marcia indietro. La Giunta regionale decide di affidarsi a un pool di avvocati per dirimere la questione relativa alle bonifiche dell'area ex Sisas gestite da Giuseppe Grossi. Un segnale di discontinuità rispetto all'atteggiamento tenuto fino ad oggi. Niente più soluzioni bonarie, dunque – Grossi, che si era sfilato, aveva chiesto al Pirellone di essere risarcito per i lavori svolti fino a oggi – come auspicato in precedenza dalla stessa Regione.
Con la pratica Grossi "archiviata", ora si può ripartire: il Comune di Pioltello chiede di convocare già nei prossimi giorni un tavolo tra le parti, con l'obiettivo di stendere un nuovo accordo di programma. Intanto prosegue la corsa contro il tempo per evitare la multa europea relativa alla pulizia delle discariche A-B dell'area: Daneco ha vinto la gara indetta dal commissario a inizio settembre ed ha già avviato i lavori. L'obiettivo è terminare entro febbraio, in linea con i tempi previsti dalla proroghe.
La vicenda della bonifica dell'ex Sisas è complessa. Il vecchio polo chimico si estende per 300mila mq tra Rodano e Pioltello: un'area inquinata, negli anni, da mercurio, ftalati, acetileni, metalli. La zona avrebbe dovuto bonificarla la stessa Sisas, già dal 1994, ma nel 2001 c'è stato il fallimento dell'azienda. Nel 2007 è stato sottoscritto un accordo di programma (tra Governo, Regione e Comuni): prevedeva che la società incaricata della bonifica (la TR Estate 2 di Giuseppe Grossi) versasse alla Regione, come fidejussione, il 50% dei costi della bonifica nel momento in cui fosse diventata proprietaria dell'area. Nel 2009 questo versamento è stato posticipato alla chiusura della procedura che autorizzava Grossi a costruire un centro commerciale a Rodano. Ma l'impegno (la fidejussione) non è mai stato onorato. Nell'aprile 2010 (nel frattempo Grossi è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta Montecity-Santa Giulia) per poter rispettare la scadenza imposta dall'Ue per il completamento della bonifica (31 dicembre, poi prorogato a marzo), il Governo ha nominato un commissario col compito di individuare e comunicare a TR Estate 2 i siti dove portare i rifiuti. Il 24 giugno 2010 TR Estate 2 (che è ancora proprietaria dell'area) ha chiesto di uscire dall'accordo, accusando gli enti pubblici di non aver rispettato la tempistica prevista. Nelle ultime settimane, infine, la Regione ha proposto una risoluzione consensuale, impegnandosi a versare a TR Estate 2 i costi finora sostenuti per la bonifica (circa 25 milioni) più altri 4 milioni pagati per l'area, subentrando in cambio nella proprietà. Una decisione contestata. Ora il cambio di strategia.