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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2010 alle ore 14:17.
CAPRI - «Chiudere la brutta parentesi degli ultimi mesi e uscire dalla polemica utilizzata solo per colpire. Dobbiamo voltare pagina per dare all'esecutivo la possibilità di governare. E occuparci, ad esempio, di piano per il Mezzogiorno, di riforma degli incentivi e credito d'imposta, di progetti strategici». Era atteso l'intervento del ministro Raffaele Fitto, dopo le critiche al governo lanciate dal palco di Capri. E il ministro dei Rapporti con le regioni ha replicato alle accuse e poi rilanciato un'agenda fitta di programmi da attuare.
Dapprima la difesa. «Non vorrei – ha detto Fitto – che la "spazzatura ", la polemica politica da mesi sui giornali, facesse dimenticare l'attività del governo degli ultimi due anni. Non dimentichiamo che facciamo i conti con un alto debito pubblico di cui in questi giorni si è parlato troppo poco. Non dimentichiamo le manovre fatte nel 2008, da 27 miliardi, e nel 2010 da 24 miliardi, che hanno tagliato la spesa. Non dimentichiamo l'accordo sugli ammortizzatori sociali che ha garantito 8 miliardi di euro di sostegni fino a fine 2010. E ora dobbiamo discutere di prorogare quell'accordo». Ma gli ostacoli all'azione del governo sono, per il ministro Fitto, anche di carattere normativo. «Operiamo in un contesto costituzionalmente difficile – ha detto – in cui la riforma del Titolo V della Costituzione ha attribuito competenze tra Stato e autonomie locali finendo per sollevare numerosi conflitti. E molti del problemi oggi denunciati sono proprio effetto di quella riforma».
Poi il ministro è passato alle proposte. «Adesso possiamo riprendere il filo di un dialogo già avviato da tempo su temi fondamentali. A partire dal federalismo». Ad Antonio D'Amato, ex presidente di Confindustria, che aveva parlato in mattinata di «un grave rischio di dividere il paese e di non sentirsi tranquillo che il federalismo garantirà controllo sulla spesa pubblica», Fitto ha replicato: «Non sono d'accordo. Io penso che ci sia un federalismo mediatico e un altro di merito che è nei documenti. Penso che quest'ultimo federalismo sia una grande opportunità per il paese». In concreto, «come responsabilizzare le regioni? Pensiamo all'esempio della sanità. Non è giusto parlare di secessione, ma di elementi di unità nazionale a proposito degli strumenti previsti di perequazione integrale per la copertura di funzioni fondamentali come sanità, ricerca e istruzione».