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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 12:15.
Il Pdl è scosso, difende il premier accusando l'opposizione di calvacare «il giornalismo-spazzatura» (Fabrizio Cicchitto) ma nelle conversazioni private molti parlamentari esprimono lo «scoramento» per quanto sta avvenendo, per quell'esserci «ricascato» che inevitabilmente finirà per «indebolirci tutti». Il caso Ruby è solo l'ultima goccia di una situazione che vede anzitutto nei berlusconiani della prima ora i più preoccupati.
Anche perché in Parlamento continuano i movimenti, alla Camera come al Senato. Si parla insistentemente della nascita di nuovi gruppi, o meglio di sottogruppi parlamentari, in cerca di autonoma visibilità, pronti ad autocandidarsi a rappresentare la «quarta o magari la quinta gamba» della maggioranza.
Oggi Gianfranco Miccichè a Palermo lancerà il suo Forza Sud. Ad assistere al varo nella platea del Politeama ci saranno anche le ministre Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio garantisce di muoversi in piena sintonia con il Cavaliere e non uscirà per ora dal gruppo del Pdl. «Si vedrà nei prossimi mesi», spiegano dal suo entourage con riferimento ai possibili sviluppi della situazione politica. Se infatti si dovesse scivolare verso la crisi Miccichè si smarcherà per preparasi alle elezioni. Un partito «civetta», lo definiscono nel Pdl. Certo Miccichè infastidisce in Sicilia l'Mpa di Lombardo e anche i finiani e l'Udc, ma nel mirino ci sono anche i plenipotenziari del Pdl e al momento della formazione delle liste (se e quando succederà) farà certamente valere il suo peso elettorale.
Anche gli ex Dc sono in movimento. A Palazzo Madama alcuni rutelliani e autonomisti starebbero lavorando a una nuova aggregazione mentre alla Camera Francesco Pionati annuncerà la prossima settimana la nascita del suo sottogruppo autonomo di Allenza di centro nel quale confluiranno tre deputati. Costanti poi le voci su nuovi passaggi dal Pdl a Fli che dovrebbero essere annunciati la prossima settimana. I finiani contano sul «disagio diffuso» nel partito del premier, come diceva ieri Carmelo Briguglio. Anche perché proprio tra i berlusconiani si va facendo strada l'idea che alla fine «ad ottenere di più, a parte le ammiratrici di turno, sono coloro che minacciano di trasferirsi o di mettersi in proprio», dice sconsolato un deputato che chiede ovviamente di non divulgarne il nome.