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In piazza contro i Tea party

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2010 alle ore 06:37.

WASHINGTON - La manifestazione di chi non manifesta. I comici Jon Stewart del Daily Show e Stephen Colbert del Colbert Report avevano pubblicizzato così il «Raduno per il ripristino del buonsenso e/o la paura» di ieri a Washington.
Ma non era un mero slogan. Non solo la gran parte dei giovani - e ieri di giovani il National Mall era pieno - ma anche molti dei meno giovani che hanno invaso il centro della capitale erano per la prima volta lì per un raduno politico (o semi-politico).


Tra gli under 30, la risposta data più spesso a chi chiedeva il motivo della loro partecipazione, è stata: «Per divertirci». Lo hanno detto Nick e Kelly, entrambi diciannovenne venuti dal Delaware, ma anche Austin, ventenne arrivato dal Michigan, Catie, diciannovenne della Carolina del Nord, Dan, ventinovenne della Viriginia, e con loro tanti altri.
Alcuni si sono definiti politicamente impegnati (con il Partito democratico), quasi tutti hanno votato per Barack Obama nel 2008, ma hanno anche dichiarato che se a organizzare la dimostrazione fosse stato il presidente, o il suo partito, probabilmente non avrebbero partecipato. E non solo perché non sarebbe stato altrettanto divertente.
«Stewart e Colbert sono comici, ma a me pare che le loro idee politiche abbiano molto più senso di quelle di qualsiasi politico», commenta Sarah, 28 anni della Virginia. Al National Mall ieri c'erano tanti giovani come Sarah. Ragazzi che la blogger del Washington Post Alexandra Petri ha definito la Generazione I. I come i-phone, i-pad, internet e ironia.
La I-Generation è venuta a manifestare nel nome della satira. E della critica intelligente alle urla e alle follie della politica politicante. Giovani senza un'ideologia in comune. Che forse non condividono la stessa ricetta politica. O forse non sanno neppure quello che vogliono dai partiti. E perciò sono fan del sarcasmo di Stewart e Colbert. Ma questo non significa che siano privi di una coscienza politica. «Grazie anche a Stewart e Colbert sono sufficientemente informato da ritenere repellente il linguaggio dei Tea Party e ipocrita, se non del tutto fraudolento, quello dei professionisti della politica», spiega Will, ventinovenne della Carolina del Nord che ha guidato cinque ore e mezza per non perdere questo appuntamento.

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Tags Correlati: Adelphi Edizioni | Barack Obama | Madeline Richez | Michigan | Partiti politici | Stati Uniti d'America | Stephen Colbert |

 


Il rifiuto della politica politicante è stato il comune denominatore anche di buona parte dei meno giovani. A fianco di un buon numero di sessantenni reduci delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, c'erano infatti molte persone alla loro prima esperienza del genere. I quali non avevano mai sentito l'esigenza di scendere in piazza. Come Steve e Anne - loro hanno guidato sette ore per arrivare dal Rhode Island - si definiscono «indipendenti» e ritengono che «sia ora di dire basta alla demagogia».
«Se a organizzare la marcia fossero stati i politici, non credo sarei venuta», conferma Madeline Richez, un'infermiera di Long Island over 50. «Quando ero all'università ho partecipato ad alcune marce per la pace nel campus della Adelphi University, ma a Washington è la prima volta che sento il bisogno di venire».
Richez è emblematica di un'ampia fetta di partecipanti della sua età: ha votato per Obama perché da infermiera è sempre stata sensibile al problema delle carenze del sistema sanitario, ma non ha mai fatto politica attiva. Non ha mai neppure partecipato a una campagna elettorale. Detto questo, come i suoi coetanei e a differenza dei più giovani, Richez non è venuta per divertirsi. Il fatto che sia stata indetta da due comici a suo parere non rende infatti la manifestazione meno seria. «Sono qui perché sento il bisogno di dare un segnale al paese e ai massmedia. Far sapere che c'è ancora molta gente ragionevole, gente che non vuole che il dibattito politico sia dirottato da fanatici come quelli del Tea Party». Per questo non ha esitato a spendere oltre 300 dollari e passare più di otto ore in treno tra andata e ritorno.


A differenza dei fan del Tea Party, le oltre 100mila persone che si calcola siano venute ieri a Washington non sono parte di un movimento politico. E questo raduno difficilmente potrà rappresentare l'embrione di alcunché di duraturo. Solo un segno di vita di una parte d'America che due anni fa si è entusiasmata per Obama, che forse oggi non ha una stella cometa che illumina il proprio cammino, ma che non per questo ha smesso di credere nel buonsenso.

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