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La destra repubblicana dal volto moderato

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2010 alle ore 08:15.

Si fa un gran parlare di Tea Party, di Sarah Palin, di candidati radicali ed estremisti, ma una delle novità delle elezioni americane di metà mandato di oggi è l'avvento di una nuova pattuglia di leader repubblicani centristi, moderati e credibili.


Marco Rubio in Florida, Mark Kirk nel seggio dell'Illinois che fu di Obama, Rob Portman nel decisivo Stato dell'Ohio. Ma anche Roy Blunt del Missouri, lo stato del midwest che fiuta quasi sempre il vento del paese. E poi il probabile nuovo senatore dell'Indiana Dan Coats. Sono un gruppo eterogeneo di politici giovani e di lungo corso, con esperienza e no, capaci di intercettare il voto della protesta antistatalista ma anche di raggiungere gli elettori indipendenti. C'è anche Mitch Daniels, governatore dell'Indiana di cui si parla insistentemente in ottica presidenziale o vicepresidenziale 2012. Daniels è un eroe della Right Nation conservatrice: ha tagliato le tasse, ridotto il deficit e tenuto sotto controllo la disoccupazione, in uno stato che due anni fa fu uno dei colpi di genio della campagna Obama. Daniels è stato direttore dell'Ufficio del budget di George W. Bush. Rob Portman è stato uno dei successori di Daniels, ma anche deputato e Rappresentante del commercio americano con Bush. Kirk e Blunt sono stati deputati repubblicani, Coats anche ambasciatore in Germania sempre con Bush.


Marco Rubio è un beniamino dei Tea Party. Grazie al loro sostegno ha sconfitto alle primarie il governatore Charlie Crist, ma da quando ha conquistato la candidatura al Senato si muove su un binario molto più centrista, con la Casa Bianca come obiettivo finale. Rubio viaggia sulla scia di Scott Brown, il senatore del Massachusetts eletto a sorpresa a gennaio nel seggio controllato dalla famiglia Kennedy per più di mezzo secolo. Brown era il candidato dei Tea Party, ma non ha trasferito la protesta populista al Senato, semmai si è comportato da politico pragmatico, votando anche la riforma obamiana di Wall Street. Rubio, inoltre, è di origine cubana, è un giovane ispanico come la probabile nuova governatrice del New Mexico, Susana Martinez. Se i repubblicani convincessero anche i latinos, tradizionalmente elettori democratici, tra due anni per il partito di Obama sarebbe molto dura.

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Tags Correlati: Camera dei deputati | Charlie Crist | Christine O'Donnell | George W. Bush | Indiana | Joe Biden | Kennedy | Marco Rubio | Mitch Daniels | Partiti politici | Scott Brown | Senato | Wall Street

 

Al gruppo di nuove stelle del mondo conservatore, c'è da aggiungere il governatore del New Jersey, Chris Christie, eletto a gennaio di quest'anno con venti punti di vantaggio sull'avversario democratico. In uno stato progressista e sindacalizzato, Christie è diventato un idolo del mondo conservatore per i tagli alle spese e alle tasse. Non è un estremista. Lui e gli altri sono radicali di centro, conservatori pragmatici, ideologi con la testa sulle spalle.
Al Senato saranno al massimo tre i senatori dei Tea Party: il libertario Rand Paul del Kentucky, Sharron Angle (se riuscirà nell'impresa di battere il leader democratico Harry Reid in Nevada) e Joe Miller in Alaska. Quest'ultimo, peraltro, potrebbe non farcela contro Lisa Murkowski, la senatrice moderata sconfitta da Miller alle primarie, ma che ha deciso di riprovarci candidandosi da indipendente.


C'è addirittura la possibilità che tra i due litiganti alla fine prevalga il candidato democratico. Una possibilità che sbriciolerebbe ancora di più la credibilità di un movimento già responsabile di aver fatto perdere un seggio sicuro ai repubblicani, quello del Delaware. Nell'ex feudo elettorale di Joe Biden, i conservatori erano certi di vincere. Il loro candidato era serio, rispettato, moderato. Ma è stato sconfitto alle primarie da Christine O'Donnell. Il seggio ora è quasi certo che andrà ai democratici. Un altro seggio era quello del Connecticut, dove non ha convinto la miliardaria Linda McMahon, fondatrice dell'impero del wrestling.


Alla Camera i deputati dei Tea Party saranno di più, ma è già scattata l'operazione "contenimento" da parte della leadership repubblicana. Il compito è delicato: i repubblicani dovranno assecondare le richieste popolari, senza farsi trascinare nell'abisso da estremismi o candidature con scarse possibilità di successo, come quella di Sarah Palin. La nuova pattuglia di repubblicani moderati è già una possibile soluzione.

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