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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2010 alle ore 06:36.
Il business plan non basta più. Anche se è chiaro, dettagliato e fotografa in modo efficace l'idea commerciale e la sua messa in pratica, i rubinetti del credito bancario per le start up non si aprono. Lo sa bene Tommaso Galbersanini, socio e amministratore delegato della Filo dei sogni srl, piccola azienda biellese specializzata nella produzione su misura di tessuti per hotel di lusso, ville storiche e yacht.
Tre anni fa, l'allora 24enne Galbersanini, fresco di laurea in economia, decide di entrare nel campo del tessile, con un'idea innovativa: produrre tessuti che emettono luce, dai copriletti ai cuscini, fino alle tovaglie.
«Il primo finanziamento non è stato facile da ottenere - racconta Tommaso - perché la banca, pur apprezzando l'idea e la sua sostenibilità finanziaria, ha posto come requisito imprescindibile avere una garanzia dei confidi, nonostante la somma richiesta, 24mila euro, fosse decisamente contenuta». Tommaso era del tutto impreparato sulla materia. «Ho perso tempo» ammette. Un "errore" che si è ricordato qualche mese dopo, quando ha bussato alle porte di un secondo istituto di credito, per chiedere un importo ben più consistente. «I funzionari della banca sono rimasti stupiti quando ho presentato la garanzia dei confidi già al primo appuntamento: così è stato molto più rapido l'iter per istruire la pratica e ottenere il finanziamento».
A distanza di tre anni, il «filo dei sogni» sta prendendo quota: un milione di fatturato atteso per la fine dell'anno (il doppio rispetto al 2009), il 70% oltre confine, dieci dipendenti in pianta stabile e due in fase di reclutamento. Come è stato possibile riuscire a crescere proprio nell'anno terribile della crisi e per di più in un settore, quello tessile, particolarmente colpito? «Innovazione e internazionalizzazione ci hanno aiutato - risponde Galbersanini -, ma senza l'appoggio delle banche non ce l'avremmo mai fatta». Ora gli istituti di credito "sostenitori" sono quattro a garantire iniezioni di liquidità e l'espansione del portafoglio commerciale. Insieme ai bilanci, alla presentazione di garanzie supplementari, l'intraprendente Galbersanini adesso cura nei minimi dettagli anche la comunicazione. Perché la fase di start up si è conclusa e adesso le banche conoscono la sua attività. «Il punto di partenza è chiaro - conclude Tommaso -: bisogna dimostrare di avere i conti in ordine. Ma per accelerare i tempi per ottenere il prestito adesso è decisivo presentare in modo immediato e convincente gli ultimi risultati raggiunti e le novità sui progetti messi in cantiere».