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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 07:27.
Qualcuno ritiene che Berlusconi stia perdendo lucidità e con essa il controllo della situazione. Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, condivide tale opinione dopo la battuta del premier contro gli omosessuali. Eppure proprio questo sberleffo dimostra che il presidente del Consiglio sta mettendo in opera la sua tattica preferita: minimizzare, scherzare e sviare l'attenzione.
È lui il primo a sperare che si alzi un gran polverone intorno ai gay e si apra uno scontro sulle sue frasi. In questo modo tutto si svilisce a piccolo «cabaret» e si perde di vista il cuore della questione: la dignità delle istituzioni messa a rischio, forse compromessa dai comportamenti del premier in rapporto al «caso Ruby» e ad altre questioni simili. Del resto Berlusconi è piuttosto abile nel costruire falsi bersagli e in passato il gioco è riuscito alla perfezione. Ma non è detto che stavolta il miracolo si ripeta.
La situazione è deteriorata e lo sconcerto diffuso nelle file stesse del Pdl, anche tra i parlamentari. Certe battute di spirito sono un velo troppo sottile per nascondere il malessere. In verità sono anche un messaggio grossolano ma diretto rivolto a una certa opinione pubblica, allo «zoccolo duro» del berlusconismo. Il presidente del Consiglio parla al suo mondo e ancora una volta si sforza di separarlo dai nemici di sempre: gli intellettuali, i giornali. Infatti dice: «Non leggete i quotidiani, vi imbrogliano».
Così lo stillicidio continua. Da un lato il procuratore di Milano, Bruti Liberati, ha chiarito ieri alcuni aspetti cruciali di quella fatidica notte in Questura. Dall'altro ci sono ulteriori rivelazioni scottanti da Palermo. Altro fango in arrivo. E voci incontrollate su di un ipotetico peggio che deve ancora venire. Si accentua la sensazione di scivolare lungo un piano inclinato privo di appigli. Con solo due punti fermi.
Primo, la Lega conferma di voler restare a fianco del premier. Era già chiaro, ma l'incontro tra Berlusconi e Bossi ha rimosso gli ultimi dubbi. Naturalmente c'è anche parecchia tattica politica. Nessuno crede, ad esempio, che l'attuale governo, nelle condizioni in cui si trova, possa attuare come se nulla fosse i cinque punti programmatici che dovrebbero proiettarlo verso il 2013. Il nocciolo però è la determinazione di Bossi: il capo leghista ha voluto mandare un segnale inequivocabile a Fini nel momento in cui «Futuro e libertà» è tentato di spezzare gli ultimi legami con l'esecutivo.