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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2010 alle ore 17:24.
Italia e Francia probabilmente negozieranno accordi fiscali con la Svizzera, dopo le intese – che garantiscono l'anonimato - raggiunte la scorsa settimana con Gran Bretagna e Germania. Lo ha detto il presidente dell'associazione svizzera dei banchieri, Patrick Odier, dalle colonne del domenicale Nzz am Sonntag. «Penso che la Francia e l'Italia, con le quali abbiamo già avuto discussioni preliminari, saranno interessate dal fatto di avere una migliore comprensione di quello che la Svizzera può offrire», ha spiegato Odier nell'intervista, rilanciata da Reuters e Ap su diversi siti internet finanziari.
I banchieri svizzeri affermano che i 2.000 miliardi di dollari di denaro straniero depositato in Svizzera, circa un terzo della ricchezza mondiale offshore, sono messi su conti svizzeri per «beneficiare della stabilità di questo paese neutro e del know-how dei banchieri» e non per nascondere patrimonio alle autorità fiscali. Gli accordi stipulati con Londra e Berlino, che preservano il segreto bancario svizzero, hanno rappresentato una sorpresa – scrive la Reuters - poiché il segreto bancario è stato attaccato dagli Stati Uniti e dai governi europei alle prese con l'evasione fiscale.
Gli accordi conclusi per evitare la doppia imposizione istituiranno un prelievo sugli utili e permetteranno ai titolari dei conti di legittimare i loro investimenti «continuando a beneficiare dell'esperienza dei gestori svizzeri». Le intese permettono ai paesi interessati di sollecitare l'aiuto giuridico della Svizzera in casi specifici di presunti reati, ma non permettono alle autorità straniere di effettuare controlli casuali sui conti o cercare informazioni su un vasto numero di conti.
Alcuni banchieri svizzeri temono che gli accordi spingeranno al trasferimento di fondi verso centri finanziari, come Singapore, dove possono rimanere nascosti. Secondo Odier, invece, gli accordi rafforzano la posizione della Svizzera come destinazione per gli investimenti, mentre i centri offshore che non hanno ancora risolto le dispute ne soffriranno. «La Svizzera è la stabile eccezione tra i centri finanziari. Il denaro continuerà ad affluire qui in futuro».
Odier, precisa l'Ap, ha citato come precedente il caso dell'amnistia fiscale dell'Italia. «Prima il denaro è uscito dalla Svizzera, poi è tornato indietro. I clienti volevano che il loro denaro fosse conforme alle leggi fiscali. Il denaro è ritornato poiché la Svizzera è più stabile, competente e sicura».