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Tabacci (Api): «Ora responsabilità, serve un tecnico»

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 07:26.

Il "salvatore" dell'Italia ha il volto di un premier tecnico per trasformare l'Italia in una moderna economia di mercato con poteri pubblici forti e imparziali capaci di fissare le regole del gioco e di imporne il rispetto. Ne è convinto Bruno Tabacci, ex Udc e ora voce dell'Api, il partito di Francesco Rutelli. Le ultime notizie sul sexy-gate che da Milano e Palermo sta travolgendo il premier non lo trovano con il bicchiere in mano pronto a festeggiare ma piuttosto «pieno di tristezza». «Sono allarmato dal fatto che le vicende private di Berlusconi siano andate oltre l'immaginazione e siamo divenuti la barzelletta del mondo – spiega –. Sono allarmato dal fatto che il dopo Berlusconi sarà un passaggio durissimo e difficile perché occorrerà ricostruire un paese colpito nella sua coscienza e nella sua cultura pubblica».

I comportamenti privati del premier hanno dunque un riflesso pubblico?
Più che di comportamenti dissoluti, discutibili ma privati, qui si tratta di responsabilità politica. Non sono certo comportamenti degni di uno chiamato a guidare un paese, ma il problema è l'uso disinvolto del potere a uso privato. La telefonata in questura per "liberare" la minorenne Ruby, ma anche le pseudo-visite di Stato a Putin o Gheddafi senza essere accompagnato dal proprio ministro degli esteri. Il paragone che Berlusconi fa di se stesso con De Gasperi, che quando è morto possedeva solo la sua villetta in Val di Susa, fa arrossire. E non è solo il premier. Quando Bossi dice "non doveva chiamare la Questura ma me o Maroni" che cosa vuole dire, che non è stato abbastanza furbo? E che cosa deve pensare il cittadino che paga le tasse di fronte a questo sfoggio di disprezzo delle regole? Ecco, è questo il punto, questa la ferita che dovremo sanare.

E il dopo Berlusconi? Il nostro sondaggio conferma che c'è un effetto «grande centro»: Udc, Fli, Api e Mpa da soli sono al 12% mentre insieme raggiungono il 21.
Questo dato non mi stupisce, ed è il segno che l'ideologia bipolare mostra ormai la sua corda. Non solo in Italia, se financo in Inghilterra è rinato il centro politico. I nostri leader moderati debbono mettere da parte le ambizioni personali, mettersi insieme e puntare su un tecnico, una figura come il presidente della Bocconi Mario Monti. Spazio alla responsabilità.

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Tags Correlati: Berlusconi | Bocconi | De Gasperi | Francesco Rutelli | Governo | Italia | Lega | Mario Monti | Movimento per l'Autonomia | Pd | Udc

 

Governo tecnico di responsabilità nazionale? Non è che avete paura che vinca di nuovo Berlusconi?
No, c'è assolutamente bisogno di una fase di decantazione del berlusconismo. Anche per cambiare una legge elettorale che è una vera e propria legge truffa e che si è dimostrata inefficace se per due volte a due anni dalle elezioni siamo a questo punto. Legge elettorale e riforne condivise per rilanciare l'economia. Un governo che sia frutto di una fase di ampio coinvolgimento. Il Pd, naturalmente, ma anche una Lega deberlusconizzata che abbia a cuore la realizzazione di un federalismo all'europea.

E un governo senza Berlusconi guidato da un berlusconiano? È una delle ipotesi alternative che circola tra i ministri se la situazione dovesse precipitare...
Ci vuole una fase di decantazione con volti nuovi e personalità autorevoli che diano il senso della svolta. Non possono dire "siamo noi l'alternativa" se finora hanno avallato la politica di Berlusconi.

Voterete la manovra da 7 miliardi confermata da Sacconi al «Sole 24 Ore» che prevede la proroga degli ammortizzatori sociali e finanziamenti per università, ricerca e infrastrutture?
Non è la prima volta che, se si apre alla discussione parlamentare e si evita la questione politica della fiducia, votiamo a favore di un provvedimento di questo governo. Lo abbiamo già fatto con la riforma dell'università.

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