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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 06:35.
Il grande riflusso repubblicano del 2 novembre ha prodotto un nuovo speaker of the House, l'equivalente del nostro presidente della Camera. È il 61enne deputato dell'Ohio John Boehner. Nei prossimi due anni sarà lui il principale avversario di Barack Obama. Colui che farà di tutto perché alla Casa Bianca i democratici abbiano un mandato solo.
L'ironia è che la rivolta contro Washington e la spinta populista del movimento del Tea party, le due principali forze trainanti della rivalsa elettorale repubblicana, hanno premiato più di chiunque un uomo che non solo è da oltre un quarto di secolo un professionista della politica, ma la quintessenza dell'insider. Nei suoi comizi in questi mesi ha sempre preferito sottolineare la sua origine umile, in una famiglia di 12 figli del proprietario di un bar di Cincinnati. «Sono cresciuto lavando pavimenti» ha spesso detto.
Eletto prima al parlamento statale dell'Ohio e poi al Congresso, si è inizialmente distinto come nemico dello status quo. «Dico quello che penso e penso quello che dico», ha ripetuto ad nauseam in campagna elettorale ricordando il proprio spirito anti-establishment a un elettorato disgustato dai modi di fare di Washington.
Quello che ha preferito non ricordare è che, non appena i repubblicani hanno preso il potere - con la vittoria che nel 1994 portò alla poltrona di speaker il suo padrino Newt Gingrich - le pulsioni anti-establishment di Boehner si sono rapidamente dissolte. Col tempo è diventato il più stretto collaboratore di lobbisti come Bruce Gates, che con i soldi della Philip Morris è stato il maggiore finanziatore della sua carriera, o John Fish, al servizio di Jr Reynolds. I rapporti con i produttori di sigarette furono così stretti che nel 1996 non esitò a circolare per gli scranni parlamentari distribuendo assegni da 500 dollari offerti dalla lobby del tabacco.
Ma Boehner ha stretto amicizia con i lobbisti delle industrie più variegate, da quella finanziaria (Citibank) a quella delle bevande (Coca-Cola).
Sebbene siano molti i parlamentari con una rete di finanziatori e lobbisti, i suoi legami sono particolarmente profondi. Al punto che alla Camera è stato coniato un termine: Boehner Land, la terra di Boehner. Tra il 2000 e il 2007, con sua moglie Debbie è stato per decine di volte ospite di jet aziendali. La destinazione più frequente? Un campo di golf, che è il suo sport preferito. E il più elitario che ci sia.