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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 08:24.
Frank Foer, come giudica il risultato di ieri?
Molto peggio di quanto mi aspettassi. Sapevo che sarebbe andata male, ma non così. Il risultato è andato oltre i fattori strutturali negativi, tipici di questo ciclo, come la crisi economica e la tradizione perdente del partito del presidente a metà mandato. Obama ha un grande problema di comunicazione. Non è riuscito a convincere il popolo americano sul suo programma, non è stato capace nemmeno di far capire che negli ultimi due anni si è seriamente occupato dell'economia. La sconfitta era certa, ma è molto dolorosa.
Prevede problemi per la rielezione nel 2012?
Mi preoccupa quello che è successo in Ohio e in Michigan, dove Obama non è stato capace di elaborare un vocabolario in grado di calmare l'ansia della Rust Belt.
Che ruolo hanno avuto i Tea Party?
Per i repubblicani è stato molto utile avere dalla loro parte una terza forza politica non contaminata né da Bush né da Obama. I Tea Party sono stati lo strumento ideale per esprimere la rabbia popolare e inquadrare queste elezioni, ma il partito repubblicano resta molto impopolare nel paese. Grazie ai Tea Party, i repubblicani sono riusciti a cambiarsi il marchio e a nascondere questa scomoda verità. Sono comunque felice che i candidati più pazzi, come Christine O'Donnell e Sharron Angle, abbiano perso. In una giornata come quella di ieri è poco, ma è rassicurante.
Che cosa farà adesso Obama?
Dovrà essere capace di parlare al centro, ma il populismo è ancora il veicolo fondamentale per la sua rinascita politica. Gli exit poll raccontano che gli americani odiano prima di tutti Wall Street, poi i repubblicani e infine Obama. L'incapacità di indirizzare la rabbia contro Wall Street e i repubblicani è costata a Obama le elezioni, ma rappresenta anche un'enorme opportunità.
Gli sta suggerendo di cavalcare l'ondata populista?
Può fare entrambe le cose: riposizionarsi al centro, grazie alle sue scelte politiche, ma anche puntare retoricamente sul populismo. Obama dovrà trovarsi dei nemici. (Christian Rocca)