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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 16:09.
Norvegia, Australia e Nuova Zelanda sono nell'ordine ai primi tre posti dell'Indice di sviluppo umano 2010 (Isu), calcolato in base alla salute, all'istruzione e il reddito di 169 paesi: lo scrive il 20° Rapporto sullo sviluppo umano, presentato oggi a New York dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e dall'amministratore del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) Helen Clark, insieme con il premio Nobel dell'Economia Amartya Sen, che contribuì all'elaborazione dell'Isu per il primo Rapporto nel 1990.
Gli altri sette paesi nei "Top 10" nella classifica Isu 2010 – quest'anno riferita a un periodo comparativo di cinque anni, così da riflettere meglio le tendenze di lungo periodo - sono rispettivamente: Stati Uniti, Irlanda, Liechtenstein, Olanda, Canada, Svezia e Germania. L'Italia occupa il 23° posto, preceduta – per rimanere in ambito G7 – dal Giappone (undicesimo) e dalla Francia (quattordicesima), ma davanti alla Gran Bretagna (ventiseiesima). In fondo alla graduatoria (169° posto) la maglia nera è dello Zimbabwe, preceduto dalla Repubblica democratica del Congo e dal Niger; degli ultimi trenta paesi in classifica soltanto due non appartengono all'Africa sub-sahariana: Haiti (145° posto) e l'Afghanistan (155°).
Nel 1990 il primo Rapporto sullo sviluppo umano elaborò l'innovativo Isu partendo da una premessa, allora considerata radicale, ma pur semplice: lo sviluppo avrebbe dovuto essere misurato non solo in base alla crescita economica, quella che era da lungo tempo la norma, ma anche in base ai risultati raggiunti nella sanità e nell'istruzione, a loro volta misurabili nella maggior parte dei paesi. Spiega Amartya Sen nell'introduzione al nuovo Rapporto: «A vent'anni di distanza abbiamo molti successi da celebrare. Ma dobbiamo anche adoperarci per cercare nuovi modi e strumenti per migliorare l'analisi di vecchi problemi e per riconoscere e reagire prontamente alle nuove minacce che mettono a rischio la libertà e il benessere degli esseri umani». Nell'edizione di quest'anno del Rapporto, l'Isu impiega dati e metodologie che nel 1990 non erano disponibili in molti paesi. Il reddito nazionale lordo pro capite, ad esempio, ha sostituito il Pnl pro capite, per comprendere le rimesse degli emigrati e l'assistenza internazionale allo sviluppo. Nel settore educativo, gli anni di frequenza scolastica attesa per i bambini in età scolare sostituiscono il tasso di iscrizione lordo e nella popolazione adulta la media degli anni di frequenza scolastica rimpiazza il tasso di alfabetizzazione degli adulti, così da garantire un quadro più preciso dei livelli di istruzione. L'aspettativa di vita rimane invece il principale indicatore per la salute.