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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 09:05.
Cento milioni per intervenire a sostegno dei 500mila veneti colpiti dall'alluvione: è quanto ha chiesto il governatore del Veneto Luca Zaia al governo. «Siamo in ginocchio e dobbiamo farlo sapere», ha detto ieri il presidente in apertura dei lavori del Consiglio regionale. Il ministro Sacconi ha subito risposto che della questione se ne parlerà venerdì mattina, in consiglio dei ministri, «per adottare tutte le misure urgenti necessarie». Intanto in soccorso di cittadini e imprese sono intervenute Veneto Banca e Banca popolare Friuladria con finanziamenti agevolati per il ripristino di case e stabilimenti.
Nel suo intervento, Zaia ha detto di avere inviato una lettera al presidente del Consiglio Berlusconi, al ministro Tremonti e al direttore della Protezione civile Bertolaso «che è un grido di aiuto». Con tutti i parlamentari del Veneto, ha proseguito, «chiederemo aiuto al Governo e non possiamo tornare a casa senza soldi». Zaia ha, quindi, ricordato che sono 500mila i veneti che in questi giorni soffrono per le conseguenze di quella che ha definito una vera e propria alluvione che ha diverse cause: tra le principali, la concomitanza di precipitazioni eccezionali, 500 millimetri per metro quadrato in 48 ore, e il disgelo delle nevi cadute precocemente nei giorni precedenti. Stimando in 100 milioni il fabbisogno del territorio, il governatore ha ricordato che è necessario riparare gli argini che hanno ceduto, rifare una rete idrica-fognaria nuova, ricreare manti stradali.
Ma l'emergenza maltempo non è cessata: ieri, nell'Est Veronese, l'acqua è scesa da Monteforte fino a Soave rompendo gli argini e riversandosi nel quartiere San Lorenzo-Tramigna. Secondo un primo bilancio stilato da Coldiretti, solo nelle campagne venete si contano danni per dieci milioni causati da oltre 2mila ettari di campi sommersi, da coltivazioni di ortaggi distrutte, raccolti di tabacco inutilizzabili e animali annegati. Ieri il tempo al Nord è migliorato, tanto che il Centro funzionale di protezione civile della Regione Lombardia ha revocato l'avviso di moderata criticità per rischio idraulico nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. Permangono però ancora pericoli lungo il Po, che risulta ancora gonfio e a rischio piena. Ieri il livello idrometrico del Po é salito di quasi 2 metri in un solo giorno a Pontelagoscuro, in prossimità della foce del Po. Sempre ieri è stato ritrovato, nel torrente Astichello, nel Vicentino, il corpo di Mario Menin, 74 anni, probabilmente annegato. L'uomo era scomparso lunedì scorso.