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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2010 alle ore 17:03.
Il nome classico di quella che dai turisti veniva chiamata Casa dei Gladiatori era Schola Armaturarum Juventis Pompeiani. L'edificio si pensa fosse stato costruito negli ultimi anni di vita di Pompei, prima che l'eruzione del Vesuvio seppellisse di cenere e lapilli la città.
La dimora fungeva da luogo di riunione di un'associazione a stampo militare, dove con tutta probabilità i giovani pompeiani si allenavano alla lotta e alle arti gladiatorie. Allo stesso tempo, viste le caratteristiche architettoniche, la Schola fungeva da deposito per le armi.
Quando la Casa dei Gladiatori venne alla luce, furono infatti rinvenute al suo interno molte armature, adagiate su scaffali in legno. Prima di essere adibita a tale scopo, l'area era occupata da un'abitazione, di cui si possono rintracciare ancora alcuni resti nella parte nord.
Secondo gli studiosi, gli allenamenti si svolgevano nell'ampia sala che sia apriva sulla strada in tutta la sua ampiezza. Calchi di impronte lasciate sulla cenere testimoniano che forse era chiusa da una transenna, mentre una parete mostra ancora gli incassi che contenevano le scaffalature dove venivano riposte le armi, quelle stesse riemerse negli scavi.
Di grande interesse, la decorazione pittorica distrutta dal crollo, di ispirazione militare, a ribadire una volta di più la funzione della casa. Sulle ante dell'ingresso erano dipinti trofei di armi e rami di palma, come all'interno, dove gli emblemi erano affiancati da decorazioni a foglie di palma, vittorie alate, candelabri con aquila e globi radiati.
La Schola sorge sulla strada principale della città romana, la via dell'Abbondanza, quella che viene maggiormente percorsa dai turisti per in direzione Porta Anfiteatro. La dimora non era visitabile, ma l'esterno, con le pitture di trofei e armi, richiamava l'attenzione dei visitatori.