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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2010 alle ore 18:45.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2010 alle ore 19:29.
Adolfo Urso ha già pronta la valigia. Sia quella preparata per la missione nei Paesi Arabi accanto alle imprese italiane, sia quella che dovrà riempire qualora la sua avventura nel governo Berlusconi si dovesse concludere. «Fino all'ultimo giorno farò il mio dovere verso il Paese», è il mantra che ripete quando lo si solletica sulle eventuali dimissioni dei finiani dal governo (oltre a Urso ne fanno parte il ministro per le politiche comunitarie Andrea Ronchi e i sottosegretari Antonio Bonfiglio e Roberto Menia)
Allora che fa, parte?
Certo, c'era già l'accordo della staffetta con i ministri Fratitni e Romani che hanno partecipato alla prima fase della missione. Ora le prossime due tappe, Dubai e Abu Dhabi le seguirò io
E se quando rientra non trova più la scrivania?
Non è certo questa la mia, la nostra preoccupazione. Tutti gli appartenenti di Futuro e libertà che partecipano al governo oggi hanno rimesso nelle mani del nostro popolo e di Gianfranco Fini il mandato. Quello che verrà deciso, per noi andrà bene perchè siamo convinti della nostra scelta. All'Italia servono risposte, lo chiedono la Banca d'Italia, la Confindustria, i sindacati, il Paese.
Ma se siete così convinti della necessità di una svolta perchè non sfiduciate in parlamento il governo?
Abbiamo fatto un discorso chiaro, pubblico. Abbiamo chiesto al premier di aprire una nuova fase, guidandola, rafforzando l'alleanza di centro-destra a quelle forze che che fanno parte, come l'Udc, del Partito popolare europeo.
E se Berlusconi non vi risponde che farete?
Aspetteremo la risposta