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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2010 alle ore 09:57.
La giunta militare al potere a Myanmar, la ex Birmania, non ha dato nessuna indicazione su quando saranno diffusi i risultati delle elezioni svoltesi ieri, già sconfessate dai paesi occidentali, considerata l'assenza della leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi.
Tuttavia, ci sono pochi dubbi sul fatto che il Partito della Solidarietà e dello Sviluppo dell'Unione (Usdp), appoggiato dai militari, otterrà una maggioranza enorme in Parlamento, avendo presentato 1.112 candidati per 1.159 seggi per le due camere dell'assemblea nazionale e per i 14 Parlamenti regionali.
L'opposizione ha invece presentato propri candidati per 164 seggi. I paesi occidentali non riconoscono la validità del voto di ieri, giudicato né libero né giusto. In particolare, il presidente americano Barack Obama, in visita in India, ha colto l'occasione per lanciare un nuovo appello alla giunta alla guida della Birmania a liberare Suu Kyi, che è agli arresti domiciliari e il cui partito, la Lega nazionale per la democrazia (Ldn), è stato sciolto dopo aver deciso di boicottare il voto.