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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2010 alle ore 07:59.
PARMA - Per il rischio-Italia, l'acuirsi della crisi politica e un'eventuale caduta del premier Berlusconi, seguita da elezioni anticipate o governo tecnico, potrebbero avere un impatto benefico sullo spread tra BTp e Bund, restringendolo e non allargandolo.
I mercati rifuggono dalle incertezze di qualsiasi tipo e mal sopportano questa logorante fase di instabilità e di debolezza del governo Berlusconi alle prese con la rivolta finiana. Scommettono sulla conferma della linea del rigore del ministro dell'Economia Giulio Tremonti e sono convinti che l'Italia nell'era dopo-Berlusconi non potrà che essere altrettanto rigorosa sui conti pubblici, disciplinata nella spesa della pubblica amministrazione, attendibile nei programmi di riduzione di debito/Pil e deficit/Pil. «Elezioni anticipate significano in genere incertezza, dunque volatilità e allargamento degli spread: ma nel caso dell'Italia tutto dipende dal prossimo premier. Gli investitori si sono stancati di Berlusconi e non è detto che questi eventi non possano alla fine prendere una piega positiva per gli spread dei BTp», ha commentato Jean François Robin, strategist di Natixis, più preoccupato dall'impatto di inediti meccanismi di ristrutturazione del debito sovrano europeo, che sarebbero allo studio e che «imporrebbero agli investitori di soppesare i problemi dei singoli stati come in isolamento» senza più le garanzie dello scudo protettivo dell'unione monetaria.
Non è un caso che S&P e Fitch abbiano lasciato invariato il rating dell'Italia e l'outlook stabile proprio in questi giorni, nel pieno della bufera politica scatenata da Gianfranco Fini. A confermare un clima che nel complesso continua ad essere ben disposto nei confronti del rischio-Italia, è stato ieri l'andamento dello spread tra i BTp e i Bund. Questo differenziale si è allargato e parecchio per una sola seduta, di una decina di centesimi di punto percentuale: ma il cattivo andamento è stato comunque più contenuto del peggioramento registrato dai titoli di stato spagnoli (11 centesimi), irlandesi (16) e portoghesi (20) nei confronti della Germania. «La performance dell'Italia è stata migliore di quella degli stati dell'eurozona periferica anche se non stellare. Negli ultimi due mesi il rischio-Italia è stato più impermeabile alle ondate di avversione al rischio e il gap BTp/Bund a 165 centesimi resta ancora lontanissimo dagli alti spread di Spagna, Portogallo e Irlanda, dai 200 fino a oltre i 500 centesimi», ha sostenuto Marc Ostwald di Monument securities, secondo il quale «qualunque politico o tecnico italiano nel ruolo di premier sarebbe più gradito al mercato di Berlusconi, che non gode di una buona reputazione internazionale». Per Ostwald, lo scenario peggiore, l'incubo per il rischio-Italia si riduce a una sola eventualità: che centrodestra o centrosinistra decidano di attaccare pubblicamente o contrastare Tremonti, che dai mercati è considerato il garante della tenuta dei conti pubblici.