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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 07:35.
L'effetto Bastia Umbra potrebbe abbattersi anche sul federalismo. L'eco della svolta sancita domenica dal presidente della Camera Gianfranco Fini rischia di arrivare fino a San Macuto. Dove la bicamerale d'attuazione darà il suo parere al provvedimento attuativo sui fabbisogni standard degli enti locali. Ma l'ok non è scontato. Ago della bilancia sarà il finiano Mario Baldassarri.
A rendere ancora più decisiva la scelta di Fli è la ritrovata compattezza dell'opposizione. Per la prima volta da quando l'iter della riforma federale è partito, il Pd dirà «no», così come Idv, Udc e Api. I 14 voti della minoranza dovrebbero convergere sul testo messo a punto dal relatore di minoranza, il democratico Marco Stradiotto. Laddove quello di maggioranza, Antonio Leone, potrà contare sui 14 sì di Pdl e Mpa e sperare nel consenso di Helga Thaler (Svp) – che finora ha sempre detto sì – e di Baldassarri. Che deciderà solo oggi ma che difficilmente voterà contro. Fermo restando che anche un pareggio varrebbe come bocciatura.
A ogni modo bisogna distinguere i contraccolpi tecnici di un eventuale alt in commissione da quelli politici. Se i primi sarebbero limitati per la maggioranza, visto che il governo potrebbe non adeguarsi spiegando il perché in aula, lo stesso non vale per i secondi. La Lega non la prenderebbe affatto bene. Tanto più che il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha ribadito ieri di voler varare entro l'anno gran parte dei decreti attuativi e avere il via libera preliminare di Palazzo Chigi su tutti.
Più nel merito, con l'accoglimento delle modifiche volute da Leone, il decreto (che tornerà in Cdm per l'ok finale, ndr) esce dal parlamento ampiamente rinnovato. La determinazione dei fabbisogni standard degli enti locali – intesi come la spesa efficiente per le funzioni fondamentali di comuni e province – resta affidata a Sose spa. Che si avvarrà della collaborazione non solo dell'Ifel ma anche di Istat, ragioneria dello stato e (novità dell'ultim'ora) della costituenda commissione per il coordinamento della finanza pubblica anziché di quella tecnica paritetica (Copaff) già costituita.