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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 15:38.
Domenica a Milano si vota per le primarie del Partito democratico. Dei quattro candidati Stefano Boeri, Giuliano Pisapia, Valerio Onida e Michele Sacerdoti, i favoriti sono i primi due, tra i quali si annuncia un testa a testa. Chi vincerà la consultazione tra gli elettori sfiderà per le comunali di primavera Letizia Moratti per la carica di sindaco. Il Pd attende al voto 100.000 persone. Per il partito, che ha sostenuto Stefano Boeri, è un test importante dato che l'affermazione dell'architetto non è affatto scontata. Li abbiamo intervistati.
Il primo a uscire allo scoperto è stato Giuliano Pisapia, avvocato penalista, già deputato per Rifondazione Comunista. Che si candida perché la «città torni a respirare», perché «torni ad essere una città aperta al mondo innovativa, accogliente e a misura di tutti». Stefano Boeri ha fatto parte della consulta degli architetti di Expo 2015 da cui si è dimesso il 1 settembre per poi annunciare la sua candidatura. Corre per le primarie perchè «non gli piace la Milano di Letizia Moratti», ma pensa che non ci sia più tempo per lamentarsi. Vuole che Milano «torni a parlarsi, a crescere, a coltivare relazioni, che riconquisti il suo tempo, impari dal suo passato e ragioni del suo futuro».
Valerio Onida, docente di diritto costituzionale, è stato giudice della Corte costituzionale di cui poi è diventato presidente. Dice con orgoglio di non essere mai stato iscritto a nessun partito e tra i suoi obiettivi per Milano c'è «un'amministrazione amica dei cittadini, che pratichi e garantisca la legalità» per una «nuova alleanza tra la città e le sue istituzioni.
Michele Sacerdoti è l'outsider del gruppo. Fisico, dirigente informatico, iscritto alla Federazione dei Verdi, aveva già tentato di correre alle primarie per il sindaco di Milano nel 2006, ma non era riuscito a raccogliere le firme necessarie.