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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 06:40.
Essere nella lista ufficiale del G-20 sul social network Twitter è un privilegio riservato a pochi. Include capi di stato e primi ministri che hanno scelto di mettersi alla prova con messaggini più brevi di un sms, ma visibili a chiunque su internet. Sono appena diciassette nomi nel mondo. L'elenco esclusivo è diventato anche il trampolino di lancio per una sorta di gioco del "chi c'è e chi non c'è", lanciato dal blog tecnologico Techcrunch. Che rivela curiosità e distrazioni.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, viene seguito su Twitter da 5,8 milioni di persone. Ma non dalla Casa Bianca che, invece, è iscritta al canale degli aggiornamenti del presidente russo Dmitri Medvedev. Nell'ambita lista della residenza abitata da Barack Obama è incluso anche un rappresentante del diciassettesimo distretto congressuale dell'Ohio, Tim Ryan. Assenti, invece, altri leader dell'elite politica di Washington.
La guerra fredda tra Est e Ovest è finita con la caduta del muro di Berlino. Il Cremlino e Medvedev hanno una loro pagina su Twitter: sono entrambi "fan" della Casa Bianca e di Barack Obama, ma non dell'Eliseo. Anzi, nella ristretta cerchia delle persone incluse nei loro aggiornamenti quotidiani non hanno tralasciato nemmeno Arnold Schwarzenegger, governatore della California: di recente ha visitato Mosca per partecipare a un piano sullo sviluppo tecnologico e scientifico della Silicon Valley russa.
Non seguono, invece, il microblog di nessuna altra nazione il governo francese, il Sudafrica e il presidente turco Abdullah Gül.
Se non fosse un gioco, emergerebbe un localismo latinoamericano nelle preferenze del presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez: è iscritta al Twitter delle "colleghe" Dilma Rousseff, appena eletta alla guida del Brasile, e Laura Chinchilla, capo di stato del Costa Rica. Ha incluso anche Cile, Venezuela, Ecuador e Messico. Ma ha tralasciato i leader delle altre nazioni nel mondo.
L'Italia? Non fa parte dell'elenco pubblicato dal G-20 su Twitter. Ma non è una dimenticanza. Più semplicemente, non ha un canale ufficiale nel microblog. Eppure il governo italiano non è affatto indietro nella comunicazione online. Renato Brunetta, ministro per la pubblica amministrazione, segue Mara Carfagna, alla guida del dicastero delle pari opportunità. Ma non ha aggiunto alla sua lista Franco Frattini, ministro degli esteri. Che, a sua volta, alla Farnesina riceve soltanto gli aggiornamenti di tre microblog: Barack Obama, la Casa Bianca e Clinton News (un canale dedicato al segretario di Stato Hillary Clinton).