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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 21:47.
«Finora i nostri ministri non si sono dimessi per garbo istituzionale, Berlusconi è in Corea», ma «lunedì troverà sulla scrivania le dimissioni dei nostri membri del governo». Lo dice Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, ad "Annozero". A quel punto, aggiunge, «Berlusconi dovrebbe andare dal capo dello stato, dire che una delle compagini della sua maggioranza non lo sostiene più e dimettersi».
Futuro e libertà, ribadisce Bocchino, chiede «un nuovo programma, una nuova maggioranza allargata e una terza compagine governativa. Solo dopo aver valutato queste questioni si deciderà chi deve fare il presidente del Consiglio, che ora è l'ultimo dei problemi».
«Se la prossima settimana ci sarà un voto di fiducia sulla manovra, non parteciperemo al voto», prosegue Bocchino, spiegando che in questo modo Futuro e libertà intende consentire il via libera della Finanziaria, come chiesto dal presidente della Repubblica Napolitano, dando però un segnale a Berlusconi sulla evidente fine della maggioranza e le conseguenti necessarie dimissioni.
In ogni caso, se dopo l'approvazione della Finanziaria Berlusconi dovesse ancora evitare di dimettersi «allora lo sfiduceremo» e Futuro e libertà voterà la mozione di sfiducia. Bocchino dice di «non escludere un Berlusconi bis, ma non mi sembra Berlusconi il soggetto più adatto». Per Bocchino il premier, nonostante l'uscita lunedì della delegazione di Fli dal Governo e la non partecipazione alla fiducia sulla manovra probabilmente non si dimetterà perché per lui «Palazzo Chigi è costruito per lasciarlo a Pier Silvio e Marina», suoi figli maggiori.