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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 08:09.
Nonostante visioni molto diverse, il patron di Slow Food Carlo Petrini e il presidente della Barilla Holding Spa, Guido Barilla, sono giunti alla stessa conclusione: il cibo nei prossimi anni ritornerà a essere un valore. Addio risparmio, fast food e alimenti intesi come merce: nel 2050 i consumatori saranno sempre di più produttori. Il che non significa per Petrini comprare un orto e coltivarlo. Ma agire sull'informazione, chiedendo e dando sempre più notizie su cosa arriva nei piatti dei cittadini e interrompendo la politica di sussidi per tornare a coltivazioni che non rispondano a bisogni di portafoglio ma alle caratteristiche del territorio.
Allo stesso modo, Barilla ha affermato che se oggi l'incidenza della spesa alimentare nelle tasche delle famiglie è molto bassa, in futuro le persone saranno consapevoli che mangiare bene costa. Nell'agenda politica dei governi il tema del cibo non sarà più legato alla nutrizione ma alla "food security" e diventeranno necessarie la presenza di un'Authority di vigilanza sulla speculazione alimentare e una fiscalità più vantaggiosa per le materie prime.