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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 06:41.
Il consiglio dell'ordine nazionale dei giornalisti ha ridotto da sei a tre mesi la sospensione inflitta dall'ordine della Lombardia al direttore editoriale del Giornale Vittorio Feltri per il caso Boffo che portò alle dimissioni del direttore di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani. All'ultima votazione il consiglio si è diviso a metà tra chi (66 voti) voleva confermare la sospensione di sei mesi e chi (altri 66) era per la riduzione a tre: in questi casi prevale la pena più favorevole all'imputato.
«Non mi aspettavo niente di meglio» ha commentato Feltri, mentre resta l'interrogativo sul suo futuro professionale: da giorni circolano voci su un suo addio al quotidiano della famiglia Berlusconi per intraprendere un nuovo progetto editoriale. Ieri, in un'intervista al Fatto quotidiano, il giornalista ha ammesso che sul suo «umore» avrebbe inciso la decisione dell'ordine. Dopo la sentenza Paolo Berlusconi, editore del Giornale, gli ha espresso «la piena e incondizionata solidarietà» confermandogli «totale fiducia»: «Certo – si legge nella nota – che lo stop forzato non intralcerà il percorso comune».