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Il Pd aspetta i centomila. Testa a testa Boeri-Pisapia per le primarie a Milano

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 16:35.

Gli ultimi sondaggi lo confermano: le primarie per il candidato sindaco di centrosinistra a Milano sanciranno il testa a testa tra Stefano Boeri e Giuliano Pisapia. Solo una manciata di voti li separerebbero, poco più di due punti percentuali. Ma se vincerà l'uno o l'altro non sarà una differenza di poco conto per il Pd, che ha da subito preferito l'archietto all'avvocato. Boeri è considerato dal partito più adatto a recuperare i voti dell'elettorato vicino al centro, senza il quale a Milano non si vince. E poi si è occupato di questioni chiave per l'amministrazione in questa fase, è urbanista e ha fatto parte della cosulta degli architetti di Expo 2015 .

Pisapia però piace a una buona fetta dell'elite culturale milanese di sinistra, ma anche a chi è slegato da certe logiche politiche. È stato per due legislature parlamentare per Rifondazione Comunista ma poi non si è ripresentato, perchè - ha detto - la politica non deve essere una professione. E oltre ai giovani conquista il popolo della rete, almeno a giudicare da quanti di voi hanno visto la sua videointervista al Sole 24 Ore.com, che in tre giorni ha totalizzato il doppio degli accessi di quella a Stefano Boeri.

In corsa ci sono anche Valerio Onida e Michele Sarcedoti. Entrambi hanno sciolto un po' tardivamente la loro riserva a partecipare alla competizione elettorale interna al centrosinistra. Valerio Onida ha detto sì al comitato che ha promosso la sua candidatura anche dopo le pressioni di una parte dell'ala cattolica del Pd, che non si riconosce in Stefano Boeri. Ma pure lui ha poca dimestichezza con certe logiche politiche. È stato giudice della Corte costituzionale, di cui poi è diventato presidente, e racconta con una buona dose di orgoglio di non essere mai stato iscritto a un partito. Non ha apprezzato che il Pd parteggiasse apertamente per uno dei concorrenti alle primarie, perchè in questo modo - sostiene - che primarie sono?


Michele Sacerdoti, iscritto alla Federazione dei Verdi, quest'anno ce l'ha fatta a raggiungere le firme necessarie per la candidatura, ma ci aveva già provato nelle ultime comunali, quando non aveva raccolto le adesioni sufficienti. Oltre alle questioni ambientali, gli stanno particolarmente a cuore i diritti dei bambini e degli immigrati. E nella sua campagna ha più volte attaccato Stefano Boeri.

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Tags Correlati: Achille Serra | Corte Costituzionale | Elezioni | Gabriele Albertini | Giuliano Pisapia | Letizia Moratti | Michele Sacerdoti | Michele Sarcedoti | Milano | Partito dei verdi | Pd | PRC | Stefano Boeri |

 

In realtà i programmi dei quattro candidati non sono così dissimili. E quello che più di altre cose potrebbe pesare nel voto di domenica sarà la percezione che di ciascuno di loro si sono fatti gli elettori di centrosinistra. Soprattutto in relazione all'appartenenza politica. Perchè se da un lato il fatto di essere il candidato del Pd potrebbe avvantaggiare Boeri dall'altro, presso quella fetta di elettorato più stanco, potrebbe pure nuocergli.
Giuliano Pisapia e Valerio Onida sono invece riconosciuti come maggiormente svincolati dalle logiche di partito. Ciascuno di loro, al di là della competizione di domenica, crede che il centrosinistra in questa fase possa battere Letizia Moratti che, ospite della trasmissione Chiambretti Night, dice di vedere i candidati molto preoccupati di vincere tra loro e poco dei programmi, dei quali - sostiene- non si è capito molto. Resta da sciogliere il nodo del possibile candidato di centro che ancora manca all'appello. Sarà Gabriele Albertini? Lui per ora continua a negare e dice che se fosse un elettore di centrosinistra alle primarie voterebbe Onida, ma prevede un testa a testa tra Boeri e Pisapia. I finiani premono per una sua candidatura, specialmente ora che il clima nella maggioranza di governo si fa ogni giorno più teso e che l'ipotesi di elezioni politiche anticipate si avvicina. Ma ci sarebbero pure altre personalità pronte a scendere in campo, si fa il nome anche dell'ex questore di Milano, Achille Serra. La variabile non è di poco conto, perché se nessuno dei candidati -come probabile - vincerà al primo turno, allora le alleanze o gli accordi per il battollaggio saranno determinanti.


Ma intanto domenica i milanesi sceglieranno il candidato di centrosinistra. I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20 nei gazebo allestiti in città, ma anche, dato il freddo, nelle sedi al coperto, tra cui figurano pure bar, ristoranti, negozi e laboratori di parrucchieri. Sul sito www.primariemilano.org c'è la mappa dei 128 seggi con le sezioni collegate. Possono votare tutti i cittadini residenti a Milano con almeno 16 anni di età e gli stranieri muniti di regolare permesso di soggiorno. Gli elettori dovranno presentarsi con un documento di identità e (per chi ce l'ha) la propria tessera elettorale solo nel proprio seggio di riferimento, corrispondente alla sezione elettorale del Comune.


Il Pd punta su centomila elettori, ma sono state stampate 160 mila schede, per evitare la sorpresa del 2005 quando gli elettori furono costretti a votare sulle fotocopie. Complessivamente la macchina delle primarie è costata 180 mila euro, spesi in gran parte per la campagna di informazione.

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