Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2010 alle ore 14:59.
A fare la differenza, nelle primarie di Milano, saranno gli stranieri e gli adolescenti. Il centrosinistra cittadino ha infatti esteso la possibilità di votare sia agli immigrati, dotati di permesso di soggiorno e residenti in città, sia ai ragazzi di età compresa fra i 16 e i 18 anni (il 16esimo anno di età deve essere compiuto entro maggio 2011). Oggi a Milano saranno dunque chiamati anche loro a scegliere fra 4 candidati: Giuliano Pisapia, sostenuto da Sel, Stefano Boeri, sostenuto dal Pd, Valerio Onida, sostenuto da gran parte dell'area cattolica del centrosinistra, e Michele Sacerdoti, sostenuto dagli ambientalisti.
Fare una stima precisa di quante persone, tra questi due gruppi, si recheranno alle urne è impossibile. Solo tra qualche giorno si saprà quanti minorenni e quanti stranieri avranno partecipato alla selezione del candidato che, in rappresentanza del centrosinistra, sfiderà il sindaco Letizia Moratti e il centrodestra alle prossime elezioni amministrative, previste per marzo-aprile 2011. I comitati elettorali stimano tuttavia che di quei 100mila elettori attesi nella giornata di oggi, circa il 5% sarà rappresentato da non italiani e circa un 3-4% dai giovanissimi. Percentuali non di poco conto, se si considera che, stando ai sondaggi, la battaglia si consumerà sul filo del rasoio tra i due favoriti, l'architetto Stefano Boeri e l'avvocato Giuliano Pisapia. Tenendo conto che a separare i due è una distanza non superiore ai 2-3 punti percentuali (per la società Swg sarebbe in vantaggio Pisapia con il 45%, per Ipr sarebbe invece in testa Boeri con il 44%), e che quindi la partita si giocherà su un pugno di poco più di mille voti, è evidente che l'orientamento degli stranieri e dei ragazzi non è proprio un dettaglio.
Anzi, questo spiegherebbe perché durante la campagna elettorale siano stati curati con molta attenzione proprio gli extracomunitari e le scolaresche. Tutti i candidati hanno messo particolare impegno nell'organizzazione di cene, incontri, dibattiti nei quartieri con più alta densità di stranieri. L'evento più eclatante è stato il pranzo di Boeri in via Padova - zona in cui si concentrano diverse etnie, ultimamente al centro di polemiche a causa di episodi di violenza -, caratterizzato da uno scontro con l'amministrazione comunale che non voleva concedere il permesso per allestire le tavolate. Ma un po' tutti i candidati hanno battuto quei quartieri con un'alta concentrazione di stranieri.