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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2010 alle ore 15:21.
Invita a una revisione profonda del modello di sviluppo economico globale sull'onda della crisi economica «che deve essere presa sul serio». Ma soprattutto sollecita a un rilancio strategico dell'agricoltura. Benedetto XVI intervenendo stamane all'Angelus mette così in guardia dagli eccessi «dell'industrializzazione». «In questo quadro, appare decisivo un rilancio strategico dell'agricoltura. Infatti, il processo di industrializzazione talvolta ha messo in ombra il settore agricolo, che, pur traendo a sua volta beneficio dalle conoscenze e dalle tecniche moderne, ha comunque perso di importanza, con notevoli conseguenze anche sul piano culturale. Mi pare il momento per un richiamo a rivalutare l'agricoltura non in senso nostalgico, ma come risorsa indispensabile per il futuro».
Il Papa prende le mosse da un brano di San Paolo letto durante la messa e ricorda innanzitutto «l'importanza del lavoro per la vita dell'uomo». Quindi rivolge un invito chiarissimo alla politica e all'economia. «La crisi in atto - sottolinea il pontefice - di cui si è trattato anche in questi giorni nella riunione del cosiddetto G20, - ha argomentato - va presa in tutta la sua serietà: essa ha numerose cause e manda un forte richiamo ad una revisione profonda del modello di sviluppo economico globale. È un sintomo acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo scandalo della fame, l'emergenza ecologica e, ormai anch'esso generale, il problema della disoccupazione».
Benedetto XVI richiama poi i paesi «di antica industrializzazione» a un'assunzione di responsabilità. «Nell'attuale situazione economica, la tentazione per le economie più dinamiche - denuncia Papa Ratzinger - è quella di rincorrere alleanze vantaggiose che, tuttavia, possono risultare gravose per altri Stati più poveri, prolungando situazioni di povertà estrema di masse di uomini e donne e prosciugando le risorse naturali della Terra, affidata da Dio Creatore all'uomo affinchè la coltivi e la custodisca».
Infine il Papa lancia per il prossimo 27 novembre una preghiera per «la vita nascente». «Sabato 27 novembre prossimo, nella Basilica di San Pietro, presiederò i primi vespri della prima domenica di Avvento - annuncia il pontefice - e una veglia di preghiera per la vita nascente». L'iniziativa, spiega Benedetto XVI ai 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro questa mattina, «è in comune con le chiese particolari di tutto il mondo e ne ho raccomandato lo svolgimento anche in parrocchie, comunità religiose,associazioni e movimenti». Per il Papa, «il tempo di preparazione al Santo Natale è un momento propizio er invocare la protezione divina su ogni essere umano chiamato all'esistenza, anche come ringraziamento a Dio per il dono della vita ricevuto dai nostri genitori». (Ce. Do.)