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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2010 alle ore 17:10.
I giudici della Corte d'assise di Brescia hanno assolto tutti i cinque imputati al termine del processo per la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 in cui morirono 8 persone e oltre 100 furono ferite. L'assoluzione è intervenuta in base all'articolo 530 comma 2 assimilabile alla vecchia insufficienza di prove.
La Procura di Brescia, dopo l'inchiesta cominciata nel '93 e un dibattimento durato circa due anni, aveva chiesto l'ergastolo per gli ex ordinovisti veneti Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi, per il collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte e per il generale dei carabinieri Francesco Delfino. Per l'ex segretario dell'Msi Pino Rauti era stata chiesta l'assoluzione. I giudici, dopo una camera di consiglio durata esattamente una settimana, hanno assolto tutti gli imputati e disposto il non luogo a procedere per Maurizio Tramonte, per intervenuta prescrizione in relazione al reato di calunnia.
Corsini, è un insulto a chi è morto. «Provo un sentimento di sgomento e sconcerto per una sentenza che, va detto con chiarezza, di fatto pone fine alla vicenda giudiziaria relativa alla strage di Piazza della Loggia». Lo ha detto Paolo Corsini, deputato del Pd e già sindaco di Brescia, dopo la sentenza che ha assolto tutti i cinque imputati al processo per la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974. «È un insulto irreparabile a quanti quella mattina sono caduti in piazza, ai loro familiari - ha aggiunto - un'offesa che umilia la città e rischia di spegnere un ansia di verità e giustizia che la ricerca storica e il giudizio politico hanno invece da tempo appagato».