Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2010 alle ore 18:56.
L'elenco di Pier Luigi Bersani - i valori della sinistra
«Per guidare un'automobile che è un fatto pubblico, ci vuole la patente, che è un fatto privato. Per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone perbene che è un fatto privato». È questo uno dei passaggi del manifesto di sinistra che il segretario del Pd ha letto. «La sinistra - esordisce Bersani - è l'idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti». L'Italia «ha la più bella Costituzione del mondo, la si difende ogni giorno. Il 25 aprile si fa festa».
Secondo il leader Pd, «nessuno può stare bene da solo. Stai bene se anche gli altri stanno un po' bene. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco l'economia non gira perché l'ingiustizia fa male all'economia». Per Bersani, «ci vuole un mercato che funzioni senza monopoli, corporazioni e posizioni di dominio ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza». Il lavoro, incalza Bersani, «non è tutto ma questo può dirlo chi il lavoro ce l'ha. Il lavoro è la dignità di una persona, sempre. E soprattutto quando hai 30 anni e hai paura di passare la vita in panchina». Ma «chiamare flessibilità una vita precaria è un insulto e allora un'ora di lavoro precaria non può costare meno di un'ora di lavoro stabile».
Il segretario del Pd attacca poi l'evasione fiscale: «Chi non paga le tasse mette le mani nelle tasche di chi è più povero di lui e se 100 euro di un operaio o di un pensionato pagano di più dei 100 euro di uno speculatore vuol dire che il mondo è capovolto». Davanti a un problema «serio di salute non ci può essere né povero, né ricco, né calabrese, né lombardo, né marocchino». Bersani elogia «l'insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola» come «l'eroe dei nostri tempi e definisce la condizione della donna »come la misura di civiltà di un paese. Calpestarne la vita è l'umiliazione di un paese«. Il leader Pd chiede poi il rispetto dell'ambiente e il diritto di un figlio di immigrati di essere italiano. C'è poi il diritto di una persona di scegliere se morire: «Se devo morire - afferma Bersani - attaccato per mesi a mille tubi, non può deciderlo il Parlamento perché un uomo resta uomo con la sua dignità anche nel momento della sofferenza e del distacco«. Laicità significa per Bersani «un modo per difendere la fede di ciascuno e garantire le convinzioni di ciascuno». «Infine - sostiene Bersani - chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza e combattere contro la pena di morte e ogni altra sopraffazione fisica e morale. Alla fine essere progressisti significa combattere l'aggressività che ci abita dentro: quella del più forte sul più debole, dell'uomo sulla donna, di chi ha potere su chi non ne ha. È prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce». Il segretario Pd conclude. «Qui finisce il mio tempo, non certo il mio elenco».