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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2010 alle ore 07:41.
ROMA - L'Italia è del tutto immune dal rischio-contagio dalla crisi irlandese: ne è convinto il ministro tedesco dell'Economia Rainer Brüderle, in visita ufficiale in Italia, dove ha incontrato il suo collega responsabile dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. «Vediamo la situazione dell'Italia come una situazione completamente diversa da quella di altri paesi, una situazione che non annovera alcuna tensione», ha sottolineato Brüderle, durante la sua conferenza alla stampa estera. Non solo: «Devo dire – ha aggiunto – che la manovra portata avanti dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha già avuto i suoi primi risultati, garantendo una grande stabilità al sistema italiano e ritengo che ciò continuerà».
Quanto all'Irlanda, dopo aver messo in evidenza il fatto che la decisione se chiedere o meno aiuti a Unione europea e Fondo monetario internazionale spetta a Dublino, Brüderle ha affermato che in ogni caso la situazione dell'ex tigre celtica è molto diversa da quella di Atene: «Vedo una grande differenza rispetto alla Grecia sulla competitività, che in Irlanda è molto più avanzata. Il problema dell'Irlanda, semmai – ha aggiunto – è nel settore finanziario e in particolare nelle grandi banche finite in dissesto». Il ministro tedesco ha respinto ieri ogni critica alla Germania per aver generato tensione aggiuntiva sui mercati, attraverso la proposta di stabilire, all'interno del futuro meccanismo permanente di gestione delle crisi europee, l'obbligo di sostenere una parte dei costi degli aiuti agli stati in difficoltà da parte dei possessori dei bond di quegli stati: «Chi compra titoli di stato ad alto rendimento, deve accettare anche l'esistenza di un rischio elevato. Gli interessi sui titoli pubblici tedeschi sono intorno al 3%, per i bond irlandesi sono intorno al 9. Chi percepisce il 9% invece del tre deve accettare il rischio». Che tipo di rischio o di haircut sul valore nominale? «Non voglio fare percentuali – è la risposta – visto che i prezzi si devono formare sul mercato. Se un'impresa naviga in cattive acque, spetta al mercato decidere il valore delle sue obbligazioni».