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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 19:14.
«Zaman al ‘Aar», il tempo dell'onore. Non è il titolo di un romanzo ma quello di una delle "soap" più seguite negli ultimi mesi, dai telespettatori della Dar al Islam. Una serie, trasmessa da Mbc, che mette in scena uno dei nervi scoperti della società patriarcale musulmana, la questione dell'onore collegata alla condizione della donna. Cosa c'è di strano?
Niente per chi vive da questa parte del mondo, che non potrebbe mai capire, se non vivendo e vedendo con i propri occhi quel che invece rappresentano le soap per le società arabe e islamiche. In Iran è diventato un mezzo di emancipazione.. Un qualcosa di culturale, il veicolo più significativo e più efficace per far leva su alcuni argomenti da parte del proponente, un intellettuale che guarda la società in cui vive, la ripensa e la mette in scena.
La tv, con le soap che nei diversi canali arabi si susseguono all'infinito, non è altro che la rappresentazione di sentimenti veri, romantici e drammatici per la maggior parte dei casi. La frustrazione che si mette in scena per dire e denunciare i dilemmi della società musulmana. Niente di spettacolare con effetti speciali alla Matrix, ma solo vita vera. È quella che piace. Che si vive dall'altra parte dello schermo con sensibilità senza eguali. Non a caso è proprio nel mese islamico più festivo, il Ramadan, che si susseguono i capolavori dei diversi registi. E non solo arabi ma anche stranieri: vanno molto le telenovelas argentine doppiate in lingua araba. Il tutto serve anche per colmare le lunghe giornate. Di chi? Soprattutto di quel 50% della popolazione fatto di donne. Sono loro le maggiori consumatrici vista la loro maggior presenza in casa. E la tv è per loro una finestra per guardare il mondo.
Ora nel paese delle censure, l'Iran, qualcuno cerca di chiudere quella finestra. Un po' pericolosa perché forse permetterebbe a quelle donne di guardarsi a vicenda dopo una soap e l'altra e riflettere su se stesse. E allora oggi tocca a Farsi 1 il canale satellitare di Rupert Murdoch, che ha solo un anno di vita, ma già milioni di telespettatori, grazie proprio al doppiaggio delle soap americane, colombiane ed altre straniere in Lingua Farsi. Cosa c'è di pericoloso? Sempre la vita vera. La programmazione del canale infatti tocca temi quali il tradimento, il sesso prima del matrimonio e il divorzio, che questa volta però viene rappresentato dal "nemico", dall'occidente, e nella propria lingua.