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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 11:24.
Non è chiaro quale sia la sorte del presidente Andry Rajoelina, fino ad oggi sostenuto dalla maggior parte delle forze armate: il Capo dello Stato dovrebbe trovarsi nella capitale, dove ieri ha votato il referendum per la nuova Costituzione che rafforza i suoi poteri. Ieri c'è statao un tentativo di golpe militare: il generale Rakotonandrasana, ex ministro delle forze armate, ha lanciato il suo appello all'ammutinamento, circondato da una ventina di ufficiali. Il numero totale degli ammutinati non supera la ventina.
Il Madagascar attraversa una forte crisi politica dal 2009 quando Rajoelina, appoggiato dall'esercito, aveva rovesciato il governo del presidente eletto Marc Ravalomanana: da allora occupa la carica di leader dell'Alta Autorità di transizione, carica che - se la nuova Costituzione fosse approvata - verrebbe confermata fino a quando non verrà eletto un nuovo Presidente, un voto tutt'altro che certo. La nuova Carta fondamentale abbassa inoltre di cinque anni l'età minima per potersi candidare alla Presidenza, permettendo così a Rajoelina di potersi presentare.
Rajoelina ha finora impedito al rivale, in esilio in Sudafrica, di tornare in patria e anzi un tribunale speciale ha condannato in contumacia l'ex presidente all'ergastolo per sedizione.
Ravalomanana, ricco uomo d'affari, era stato accusato di abuso d'ufficio e di aver ignorato le condizioni di povertà nell'isola; Rajoelina - un ex disc-jockey diventato leader politico - è stato di contro accusato di essere un demagogo poco interessato alla democrazia: di qui l'invito di parte dell'opposizione a boicottare il referendum costituzionale.
Sono in corso negoziati questa mattina in Madagascar tra i soldati ammutinati e il regime al potere che potrebbe ricorrere alla forza nel caso di fallimento delle discussioni. Lo hanno indicato fonti militari malgasce.
Nella capitale Antananarivo la vita sembra scorrere come tutti i giorni, con i negozi aperti e ingorghi nelle principali arterie di scorrimento, senza una particolare presenza militare visibile, all'indomani dell'annuncio da parte del generale ammutinato, Natale Rakotonandrasana, che aveva "sospeso tutte le istituzioni esistenti" nella grande isola dell'Oceano Indiano.