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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 07:42.
Il ritorno della General Motors a Wall Street contribuisce a riportare un clima più positivo nell'industria dell'auto di tutto il mondo. L'ottimismo si è diffuso subito dopo l'apertura della Borsa di New York, quando il titolo Gm ha fatto segnare in poche decine di minuti un rialzo superiore al 7% rispetto al valore di 33 dollari fissato per la collocazione delle azioni ordinarie, per poi chiudere con un guadagno del 3,6%. Il nuovo amministratore delegato della casa di Detroit, Dan Akerson, si è mantenuto giustamente cauto nelle prime dichiarazioni, ma è indubbio che il solo fatto di ripristinare la posizione di mercato della Gm segna un importante punto di passaggio nella crisi dell'industria dell'auto americana. In realtà, all'epoca del salvataggio governativo nella primavera del 2009, nessuno era sicuro dell'efficacia che avrebbe avuto l'intervento pubblico.
L'ingresso della Gm nella procedura di fallimento concordato del Chapter 11 aveva comportato un costo che aveva preoccupato molti cittadini Usa, impensieriti, oltre che dall'entità del salvataggio (circa 49,5 miliardi di dollari erogati dal Tesoro in forma di prestito al più grande produttore nazionale di auto), dalla prospettiva che la mano pubblica fosse destinata a non lasciare Detroit molto presto. Invece non è andata così e, a sedici mesi dalla decisione di assicurare la continuità di Gm e Chrysler, il governo può dire di non aver tradito la missione temporanea che si era dato. Si comprende dunque la soddisfazione con cui il ministro del Tesoro Tim Geithner e il suo collaboratore per i problemi dell'industria automobilistica Ron Bloom (protagonista con Steven Rattner della politica d'intervento) hanno salutato la ricomparsa della Gm a Wall Street.
Da questa prima vendita di azioni il Tesoro Usa ha calcolato di recuperare 13,6 miliardi di dollari, con una discesa della propria presenza dal 61% al 26% del capitale Gm: una cifra limitata, rispetto a quanto è stato erogato durante la crisi, ma che dà il segno concreto di un recupero in corso, di cui ci si attende il consolidamento nei prossimi tempi.
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