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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 17:13.
Il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna è sul punto di dimettersi dal governo e dal Pdl. Carfagna starebbe valutando l'ipotesi di lasciare l'esecutivo e il partito all'indomani della votazione di fiducia al governo prevista per il 14 dicembre. Alla base della scelta ci sarebbero la gestione del Pdl in Campania, in mano al suo acerrimo nemico, l'ex sottosegretario Nicola Cosentino, e gli attacchi di alcuni esponenti del partito come Edmondo Cirielli, Giancarlo Lehner, Alessandra Mussolini e Mario Pepe, che avrebbero avuto ripercussioni anche sulla sua vita privata.
Dal ministero, interpellati dal Sole 24Ore.com, fanno sapere che «il ministro non conferma e non smentisce». Dunque l'idea di mollare c'è e si parla anche di un suo imminente passaggio a Futuro e Libertà. Ma la diretta interessata smentisce ed è chiaro che per ora non vuole mettere in difficoltà il premier Silvio Berlusconi. Che l'avrebbe contattata subito dopo l'atterraggio a Lisbona dove partecipa al vertice Nato.
A chi l'ha sentita nelle ultime ore Carfagna ha confessato di essere «amareggiata per i continui attacchi che l'hanno investita negli ultimi mesi» ma di avere «la coscienza a posto». Il ministro non ha digerito le pesanti critiche rivoltele di recente. Come quelle di Lehner che, nelle ultime settimane, l'ha più volte accusata di voler passare con Fini. E che, in occasione dello scandalo Ruby, si era addirittura spinto oltre. «Dagli amici mi guardi Iddio. Silvio Berlusconi, se non vuoi suicidarti - aveva detto Lehner -, non rivolgere mai più la parola agli "amici", che ti creano guai infiniti, portandoti in casa salernitane mancate miss Italia (con un chiaro riferimento proprio al ministro che ha alle spalle una partecipazione alla kermesse di Salsomaggiore, ndr), zoccole pugliesi e marocchine in calore».
Un altro attacco a muso duro, poi, le era giunto proprio ieri. Quando Carfagna era stata fotografata dall'esponente del Pdl, Alessandra Mussolini, durante un colloquio con il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino. Tra le due erano subito volati gli stracci con il ministro che, accortosi del gesto, si era girata verso la collega battendo le mani e dicendole «brava, brava». Mentre la Mussolini aveva replicato gridando «vergogna, vergogna» e accusandola di fare accordi sottobanco con Fli. «La Carfagna - aveva poi aggiunto Mussolini - si deve vergognare per la liaison con Bocchino che sta mettendo a rischio il partito». Al ministro Mussolini aveva quindi rimproverato «lo spostamento di competenze sul termovalorizzatore che questa mattina (ieri mattina per chi legge, ndr) il Consiglio dei ministri ha sottratto alle province» e «il fatto che Bocchino ha chiesto di spostare 20 milioni di euro al ministero della Carfagna».