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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 06:37.
Il governo ha deciso come sarà composto il vertice dell'Autorità dell'energia per i prossimi sette anni. Presidente Antonio Catricalà (oggi all'Antitrust) affiancato dai commissari Alberto Biancardi, Guido Bortoni, Luigi Carbone e Valeria Termini.
A metà dicembre scadrà, dopo sette anni di lavoro esemplare, l'incarico di Alessandro Ortis affiancato dal commissario Tullio Fanelli. Non sono ammesse proroghe. Per questo motivo nei giorni scorsi il mondo dell'energia aveva sollecitato una scelta, visti i tempi bersaglieri e il rischio di lasciare scoperto il vertice dell'autorità in questo momento (si veda l'articolo a destra).
Sulle persone scelte c'è consenso unanime, e non è un luogo comune. Si temevano scelte disastrosamente politiche o spinte trasversali delle lobby. Qualche candidatura tra le molte appariva stravagante.
Nella scelta finale la politica – ovvio – ci ha masso lo zampino: tre dei cinque sono suggeriti della maggioranza e due dall'opposizione. Ma la cinquina (che il ministro Paolo Romani avrebbe avuto in tasca da giorni) è di vaglia e consente di dare all'organismo indipendente di regolazione quell'autorevolezza che era stata assicurata da Pippo Ranci (con Giuseppe Ammassari e Sergio Garribba); poi da Ortis (con Fanelli e con Fabio Pistella, che si dimise subito per passare al Cnr).
La legge istitutiva dell'Autorità dell'energia diceva che il vertice avrebbe dovuto essere composto da tre persone. Successivamente i commissari sono passati a cinque, e per anni i partiti si sono fatti i dispetti per riuscire a collocare l'uomo di fiducia. Anche all'ultimo momento. Per esempio Ignazio La Russa (Difesa) avrebbe sostenuto con forza il nome di Francesco Randazzo (del comitato di gestione di A2A) al posto di Termini.
Il percorso di nomina non è finito con la scelta del consiglio dei ministri. Il vertice deve essere ratificato con un parere vincolante delle commissioni parlamentari a maggioranza qualificata (due terzi dei componenti). L'incertezza politica di queste settimane non dovrebbe sparpagliare le carte.
Catricalà non ha bisogno di presentazioni. Dal marzo 2005 presiede l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (comunemente detta Antitrust); sostenuto anche da Gianni Letta. Meno noti alle persone comuni sono gli altri commissari. Bortoni, pavese, ha già lavorato come dirigente all'Autorità dell'energia e ora è capo del dipartimento Energia del ministero dello Sviluppo economico; è apprezzato personalmente dal ministro Romani. Biancardi, che ha avuto incarichi nell'Authority, nel Nars sulla valutazione delle tariffe autostradali e in Confindustria, oggi è direttore generale della Cassa conguaglio per il settore elettrico; è espressione del centrosinistra e proviene dal "milieu" di Enrico Letta. Carbone, suggerito alla Lega Nord, affianca Roberto Calderoli al ministero della Semplificazione. Termini, docente universitaria con una carriera internazionale, si è sempre occupata di temi legati al mercato e all'energia; è stata suggerita dal centrosinistra.