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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 23:18.
«Si andrà al voto? Non lo sa nessuno. Si andrà avanti? Non lo sa nessuno». È uno dei passaggi dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso del comizio di Futuro e Libertà organizzato questa sera a Torino.
«Credo che tutti - ha aggiunto Fini - devono essere consapevoli, al contrario, che l'Italia non si può più permettere altre stagioni all'insegna delle condizioni che abbiamo avuto negli ultimi tempi».
E ancora: «il problema drammatico di cui il presidente del Consiglio non si rende conto è la progressiva perdita di fiducia dell'Esecutivo agli occhi dei cittadini» ha aggiunto il presidente della Camera.
«È in voga il gioco del cerino, il dibattito su chi stacca la spina», ha aggiunto Fini. «Buona parte della classe dirigente non capisce - ha sostenuto - che rischiamo tutti noi di perdere il contatto con la pubblica opinione e tra poco sarà la pubblica opinione a staccare la spina nei confronti di questo o di quel governo e nei confronti delle istituzioni».
«Speriamo che, quando in Parlamento si deciderà anche della sorte del governo - ha concluso il presidente della Camera lasciando il teatro Nuovo - ci sia da parte del presidente del Consiglio la consapevolezza che o c'è uno scatto, un cambio di passo, o il problema non sarà più se avrà la fiducia da parte del Parlamento».
«Non c'è alcun tipo di tradimento - ha osservato ancora Fini - perchè non ci sono traditori qua, come non ci sono maggiordomi di là. Lasciamo da parte certi argomenti».
E ancora: «Di solito si fanno alcune strategie di palazzo per avere poltrone, per occupare incarichi. Io non ricordo qualcuno che abbia dato vita a un soggetto politico rinunciando
alle poltrone che aveva. Non si può essere accusati - ha concluso - di avere fatto qualcosa per tornaconto».