Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 06:37.
Dopo otto mesi la Consob è di nuovo a ranghi completi. Per fare che? La nomina di Giuseppe Vegas e Paolo Troiano, avviata ieri dal Consiglio dei ministri, copre i vuoti lasciati dalle dimissioni nel marzo scorso del commissario Paolo di Benedetto e, successivamente, del presidente Lamberto Cardia. Otto mesi sono un periodo lungo (soprattutto i quattro di vacatio del presidente) e spesso, in queste settimane, l'esecutivo è stato rimproverato per le sue indecisioni. Ma non è stato un tempo perso. I tre commissari rimasti in carica, Vittorio Conti, Luca Enriques e Michele Pezzinga, hanno mostrato grande attivismo in questi mesi – i "giovani turchi" li ha battezzati qualcuno – chiudendo alcune partite regolamentari importanti (le norme sulle parti correlate) ed avviandone altre a soluzione (il regolamento sull'Opa). Ma poco potevano per quella che è probabilmente la maggiore sfida della Consob del futuro, mettere le proprie strategie e struttura in linea con il nuovo regulator europeo dei mercati, l'Esma, che da gennaio vedrà la luce. Non è in gioco soltanto la nomina di Carlo Comporti a direttore esecutivo della nascente authority - una battaglia difficile non persa in partenza – ma soprattutto la capacità di contare nelle future scelte regolamentari che verranno prese sempre più a Parigi (la sede dell'Esma) che a Roma o Milano, dove la Consob alternativamente si riunisce. A ranghi ridotti la Consob, per le sue regole interne, non poteva decidere alcunchè su come orientare in chiave europea la sua organizzazione. Con l'arrivo di Vegas e Troiano potrà decidere senza indugio.
È presumibile che l'iter di nomina dei due nuovi componenti della commissione si completerà rapidamente. Ciò che dovrebbe permettere al nuovo presidente di partecipare alla fase finale del negoziato per le cariche dell'Esma. Le decisioni definitive sono attese per febbraio, a quanto risulta, sono oltre 120 le candidature complessivamente presentate per i sei posti al vertice delle tre authority europee (quelle di banche e assicurazioni, oltre l'Esma).
Vi sono poi le pratiche italiane. È praticamente scontato che la Consob attenderà l'arrivo dei suoi nuovi componenti per licenziare il testo definitivo del regolamento sull'Opa, posto in consultazione nelle scorse settimane. Ma altre partite sono in pieno corso, soprattutto quella che coinvolge il gruppo Premafin-FonSai dove è stato preannunciato un aumento di capitale nel cui ambito la compagnia francese Groupama assumerà una quota di minoranza (17%) in Premafin. Vera minoranza o un'azione concertata che porterebbe con sé l'obbligo di un'Opa? È il quesito che in queste settimane l'autorità di vigilanza sarà chiamata a sciogliere. Se arriverà in tempo a gestirlo sarà il primo caso importante dell'era Vegas, dove è in gioco l'indipendenza e l'effettiva capacità d'azione della commissione. In un sondaggio condotto dal Sole 24 Ore lo scorso maggio sulle aspettative al vertice della Consob, le principali associazioni di intermediari e di emittenti della Piazza finanziaria italiana avevano sollecitato una forte discontinuità rispetto alla gestione Cardia e, anche, una maggiore autonomia del futuro presidente dalla politica. Le scelte del Governo hanno premiato un sottosegretario (Vegas) ed un vice segretario generale di Palazzo Chigi (Troiano). Ma ciò che più conta, alla fine, sarà la prova del campo.