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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 14:45.
Il Governo russo batte cassa per coprire il disavanzo pubblico che nel 2010 dovrà raggiungere il 4,6-5,3% del Pil. Il ministro delle Finanze, Aleksej Kudrin, ha annunciato un programma che prevede un drastico aumento della pressione fiscale sulle imprese russe che nel 2011 dovrà salire ancora del 2% del Pil, ovvero di 784 miliardi di rubli. Secondo Kudrin si tratta di un programma a lungo termine "di un trend" e non invece di una misura momentanea, legata alle difficoltà finanziarie di cui soffre la Russia dopo la crisi globale.
In primo luogo Kudrin ha proposto di abolire la maggior parte di privilegi tributari di cui attualmente godono molte imprese russe e che costano al gettito fiscale il 5% del Pil all'anno: «Se vogliamo eliminare il disavanzo pubblico basta abolire privilegi e esenzioni - ha dichiarato Kudrin - l'anno prossimo la pressione fiscale sul business russo aumenterà almeno del 2 per cento».
Kudrin ha insistito che la Russia necessità di un sistema fiscale "neutro" con uguali opportunità per tutti gli operatori economici, ma senza privilegi ed esenzioni: «Ci serve un sistema fiscale simile quelli che sono in vigore nei Paesi dell'Unione europea», ha sottolineato Kudrin.
A parte un sistema di esenzioni fiscali di cui godono le società che operano nelle zone economiche speciali (Zes) della Russia, oppure investono nei progetti innovativi, molte regioni del Paese cercano di attirare gli investimenti offrendo incentivi finanziari di vario tipo. A San Pietroburgo le società che nel giro di tre anni riescono a investire nello sviluppo del proprio business più di 800 milioni di dollari, possono ottenere l'esenzione dal pagamento della tassa sulla proprietà aziendale e anche una considerevole riduzione della tassa sugli utili della società. Per le aziende che operano nel settore delle tecnologie innovative un investimento di 50 milioni di rubli permette di ridurre la tassa sugli utili dal 20% al 15,5 per cento.
Le dichiarazioni di Kudrin hanno suscitato un'aspra critica del consigliere economico presidenziale, Arkadij Dvorkovich, che ha lanciato una polemica con il ministro delle Finanze in Rete, tramite Twitter. «Invece di aumentare la pressione fiscale sulle aziende, bisogna piuttosto ridurre le spese», ha scritto Dvorkovich, senza andare nei dettagli della propria proposta. Gli analisti hanno ricordato però che nel 2011 le spese per la difesa dovranno raggiungere quota 1.953 miliardi di rubli, ovvero il 19% dell'intera spesa pubblica della Russia prevista per l'anno prossimo.