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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 18:59.

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Si trovavano entrambi a New York, uno nella vetrina di un antiquario di Madison Avenue, l'altro nella casa di una collezionista che l'aveva acquistato, in buona fede, a un'asta da Sotheby's. Il bronzetto e la scultura di epoca romana, trafugati da due musei del Lazio negli anni Ottanta, sono stati recuperati e restituiti al patrimonio culturale italiano dopo trent'anni di scambi e acquisti effettuati nell'ambito del mercato illegale dell'arte. I Carabinieri del Reparto Tutela Patrimonio Culturale li hanno presentati dopo il ritorno dagli Stati Uniti e prima di restituirli alla loro sede di provenienza.

Il bronzetto di Zeus (o Poseidone) era stato rubato dall'Antiquarium del Museo Nazionale Romano nel 1980, dopo essere stato scoperto in un'area di scavo del quartiere Monti, l'antica Suburra. Solo nel 2006 è stato rintracciato nel catalogo di un'asta da Sotheby's New York, dove era stato acquistato da una collezionista privata. Prima, però, era apparso in una rivista d'arte, era stato esposto in una mostra a Cleveland ed era passato da due collezioni private, sempre sprovvisto della necessaria bibliografia e certificato di provenienza storica. Da notare che una delle relazioni riguardanti il bronzetto era stata scritta da Marion True, già curatrice del Getty Museum di Los Angeles. Un museo pieno di ombre, visto che come ha scritto Tsao Cevoli, presidente dell'Associazione Archeologi Italiani e direttore dell'Osservatorio Internazionale Archeomafie, «oggi possiede circa 44.000 opere d'arte e reperti archeologici greci, romani ed etruschi, quasi tutti classificati ufficialmente come "di provenienza sconosciuta", provenienti in realtà in gran parte dall'Italia, dalla Grecia e da altri paesi dell'area mediterranea». Il Getty sta per restituire all'Italia anche la Venere di Morgantina, rubata dal sito siciliano verso la metà del Novecento e acquistata nel 1988 in un'asta proprio da J. Paul Getty.

Tornando al bronzetto, che vale circa 500mila euro, il suo recupero è stato possibile grazie alla collaborazione con gli agenti dell'Immigration and Customs Enforcement statunitense, come nel caso del torso di statua femminile, probabilmente una Flora, rubato da un museo di Terracina nel 1988 e ritrovato in una vetrina di un antiquario di Madison Avenue, caso davvero fortunato, da un carabiniere del Reparto Tutela Patrimonio Culturale che si trovava in vacanza proprio nella Grande Mela. In quel caso, il carabiniere dalla memoria di ferro aveva scattato delle foto alla verina e chiesto all'antiquario delle informazioni. Ma fu proprio l'evasività del venditore a confermare il sospetto, poi verificato tramite il confronto con la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.

E nello stesso giorno che segna il ritorno in Italia di due reperti così importanti, sedici persone sono state denunciate dallo stesso nucleo dei Carabinieri con l'accusa di avere gestito un traffico di reperti rubati: un'operazione che trae origine dal sequestro in tutta Italia, risalente allo scorso mese di luglio, di migliaia di reperti che erano stati prelevati da siti archeologici della provincia di Cosenza, fra i quali quattromila monete d'argento e bronzo di epoca magno-greca, romana e bizantina e trecento reperti di natura paleontologica.

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