Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2010 alle ore 06:37.
MILANO
L'affondo arriva all'improvviso, mentre Emma Marcegaglia e Raffaele Bonanni stanno parlando del ruolo delle parti sociali nell'affrontare la situazione economica dell'Italia. Nell'auspicio condiviso che la Cgil possa condividere le scelte. La necessità di flessibilità e di più produttività da parte delle imprese, come ha dimostrato il caso Fiat di Pomigliano, è uno degli argomenti.
Ed è Bonanni che solleva la questione, con toni duri nei confronti dell'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, mai usati prima: «È ora di smetterla di infilare le banderillas sul dorso della Fiom, come si fa con le corride in Spagna. A me non interessa la Plaza de Toros: così si fa solo il gioco degli estremisti Fiom e di chi non ha a cuore l'interesse dei lavoratori». E ancora: «Basta con questo gioco al massacro sul sociale. Abbiamo creato un sistema contrattuale partecipativo. Se a Marchionne interessa fare investimenti, la Cisl e credo anche la Uil sono al suo fianco. Ma deve dare segnali di serenità e di trasparenza». E quindi definire meglio il piano da 20 miliardi di euro di investimenti, partendo da Mirafiori: «Entro otto giorni vogliamo sapere cosa vuol fare di quel sito. Se la Fiat vuole fare realizzare auto di gamma alta, deve farle a Torino. Basta con il balletto mediatico».
Abbassare i toni, quindi, per recuperare il dialogo con Cgil e Fiom, puntando sulle componenti più moderate. Un percorso unitario sollecitato anche dalla presidente di Confindustria: «Auspichiamo che la Cgil possa seguire il percorso di modernizzazione che abbiamo intrapreso. Non è nostra intenzione che esca dal tavolo della crescita», ha detto la Marcegaglia, sottolineando che i rapporti con la nuova leader, Susanna Camusso, sono buoni: «È una persona che stimo, è positiva la sua decisione di andare avanti nelle trattative». Ma c'è un «piccolo problema con la Fiom, che fa più politica che sindacato».
E sulla Fiat la Marcegaglia affronta il tema ponendosi una domanda: «Preferiamo quella cruda e rude di Marchionne che sta sul mercato o quella del passato che prendeva sussidi? Io non ho dubbi», ha affermato la presidente di Confindustria, con un inciso, riferendosi al numero uno del Lingotto: «Con i toni magari può anche esagerare».