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Napoli sogna come ai tempi d'oro, batte un Bologna fiacco e arpiona il terzo posto

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 07:57.

Mentre il blasone del Bologna si sgretola sotto il peso del dissesto economico, Napoli sogna come ai tempi d'oro. E con un campionato così equilibrato sognare è legittimo per tanti. Soprattutto quando si sfoderano prestazioni di altissima qualità come quella che gli azzurri hanno regalato al pubblico del San Paolo, che spesso si è lamentato di un rendimento interno approssimativo.

Non un gran Bologna, certo, ma a prescindere dalla caratura dell'avversario la squadra di Mazzarri diverte con giocate fluide che denotano un gruppo affiatato e che non deve precludersi nessun traguardo. Quattro gol all'attivo, uno solo al passivo, il giusto cinismo per colpire al primo accenno di distrazione. La prima costa al Bologna un gol dopo soli 2' di gioco. Lasciare libero di staccare uno dei migliori colpitori di testa del Napoli non è sintomo di una grande concentrazione. Maggio ne approfitta per tornare al gol e fare pace con i suoi tifosi che lo avevano un po' contestato nelle ultime settimane. Mazzarri perde Cannavaro al 22' ed è costretto a giocarsi il primo cambio con l'ingresso di Cribari. La gara è comunque a senso unico. Ci prova con insistenza anche Lavezzi ma l'uomo più pericoloso per la porta bolognese è proprio il portiere Viviano che in black out serve un buon pallone a Cavani che non riesce a sfruttare al meglio il regalo. Ma è scritto che il Napoli debba dilagare e allora sale in cattedra il folletto Hamsik. Controllo, sinistro, deviazione di Garics e 2-0. C'è una solo squadra in campo fino al 43', quando il Bologna sembra svegliarsi dal suo torpore, con una punizione di Di Vaio che però questa volta non può fare miracoli. La ripresa si apre con le stesse premesse e dopo 3' la retroguardia rossoblù resta ancora di sale e il Napoli è ancora in gol, di nuovo con Hamsik, che si liscia la cresta compiaciuto. Moto d'orgoglio degli uomini di Malesani con Meggiorini, al suo primo centro stagionale, che accorcia le distanze. La festa partenopea non è tale senza un gol di Cavani, capocannoniere insieme a Eto'o, e allora eccolo, puntuale al 28'. Nona rete, e Napoli ai sui piedi.

Intanto il Milan tenta una minifuga (3 punti di vantaggio) approfittando del pari della Lazio a Parma e soprattutto della deriva dell'Inter, caduta a Verona col Chievo, che oltre ai risultati che non arrivano e agli infortuni che hanno letteralmente falcidiato la prima squadra, ora dovrà fare i conti con la follia di Eto'o, che sfoga la frustrazione inscenando una corrida alla Zidane, lasciando interdetti tutti quanti, dal povero Cesar che subisce la testata a chi lo ha sempre ritenuto un giocatore estremamente equilibrato e maturo. Il borsino settimanale dunque dice Milan, trascinato da un monumentale Ibrahimovic, ma dice anche Juventus, trascinata da un altrettanto decisivo Krasic. Krasic che non doveva neppure esserci, non sembrava pronto, e invece contro il Genoa Delneri ha deciso di rischiarlo ed è passato all'incasso.E' lui a fare la differenza a centrocampo e a timbrare la prestazione con il raddoppio dopo l'autorete di Eduardo.

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Ma c'è anche una Roma in grande ripresa. La vittoria sull'Udinese di sabato conferma una squadra in salute pronta a buttarsi nella mischia per giocarsi il titolo come accaduto negli ultimi anni dopo una partenza sempre problematica. Altra bella realtà del campionato italiano è il Palermo che centra la terza vittoria esterna espugnando il Manuzzi di Cesena. 2-1 e primo gol in campionato per capitan Miccoli, recuperato dopo 6 mesi di stop. Il suo tasso tecnico è un valore aggiunto importantissimo per una formazione già ben organizzata e infarcita di nuovi talenti molto interessanti. Felice giornata per Donadoni sulla panchina del Cagliari con una vittoria esterna sul campo del Brescia, diretta concorrente. Stesso discorso vale per il Catania che di misura affossa il Bari mentre la Sampdoria esce dall'anonimato che ne aveva caratterizzato le ultime uscite. Una tripletta di Pazzini affossa un Lecce molto combattivo che prima rimonta due gol poi, sfortunato, subisce il terzo gol del ‘pazzo' in fuorigioco.

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